SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Aperto il caso sulla documentazione comunale negata, il consigliere Riego Gambini del Movimento 5 Stelle vuole rispiegare e chiarire la questione in modo esaustivo. “La replica della segretaria generale Fiorella Pierbattista non c’entra niente e la situazione diventa paradossale nel momento in cui dice che quegli atti sono segreti, come dichiarato a una testata giornalistica“, s’avanza a spiegare Gambini. Le sentenze riguardanti il Comune di San Benedetto del Tronto, infatti, sono state scaricate dallo stesso Gambini tramite il sito internet Tar Marche in circa due ore senza nulla chiedere o spiegare perché di natura pubblica. Ora, però, mancano i compensi.
Dal 3 aprile, data in cui il consigliere aveva richiesto sentenze e pagamenti dell’avvocato comunale relativi a un determinato periodo, si è susseguita una serie di rimbalzi. Richiamato a un incontro con l’avvocato il 15 aprile, il consigliere ha sottolineato la necessità dei documenti prima di questo incontro, ma nulla s’è smosso, fino a quando è stata definitivamente rigettata la richiesta a mezzo stampa. Il consigliere, che dall’inizio del suo incarico si è mobilitato a indagare, chiarire e appoggiare le più varie situazioni facendo richiesta di documentazione ai più disparati uffici comunali, ora si trova con le mani legate e tacciato di ostruzionismo. “Il lavoro di un consigliere comunale non è ostruzionismo; se qualcuno lo sta facendo, non sono io! – s’infervora – Perché gli altri consiglieri non hanno mosso un solo dito in mio favore?”.
“Le ho negato Il diritto ad avere copia delle sentenze, che sono atti presupposti alla liquidazione delle mere retribuzioni economiche riguardanti un dipendete dell’Ente, non solo perché fosse eccessivamente laborioso per gli uffici il reperimento delle sentenze, ma perché la sua richiesta non è accoglibile. – ha ribattuto il segretario generale Fiorella Pierbattista – Lei di fatto vuole sostituirsi agli organi di controllo e gestione interni all’Ente e vuole assumere iniziative che entrano nel merito di valutazioni tecnico giuridiche che non rientrano nelle sue competenze di natura strettamente politica. Oltretutto la natura degli atti da lei richiesti comporterebbe la violazione dei diritti dei cittadini che vedrebbero divulgate centinaia di sentenze riguardanti proprie situazioni giuridiche e patrimoniali avanzate nei confronti dell’Amministrazione”.
Un’illegittima sovrapposizione di poteri secondo gli uffici comunali, per i quali le motivazioni della richiesta di Gambini risulterebbero invadere l’ambito riservato all’apparato amministrativo. “Lei dimentica che l’attuale legislazione distingue il potere politico, per il quale lei è tenuto a esercitare il suo mandato da quello amministrativo e gestionale che diversamente viene attribuito dal legislatore ai vertici dell’organizzazione burocratica, segretario comunale e dirigenti”, incalza la Pierbattista. “Io ho il dovere di darmi da fare se vedo qualcosa che non va, non abbasso la testa se sono nel giusto e nel vero. – sentenzia Gambini – Intanto ho fatto un esposto alla Prefettura e alla Procura di Ascoli, che aprano un procedimento disciplinare nei miei confronti e mi dimetterò se hanno ragione loro“.