Vaccino anti Coronavirus: il 27 dicembre scorso ha preso il via in tutta l’Unione Europea il V-day, la tanto attesa campagna vaccinale contro il Covid-19.
Ad oggi, possediamo due vaccini differenti, distribuiti, rispettivamente, dalla Pfizer-BioNTech e da Moderna. In entrambi i casi, si tratta di un vaccino a base di RNA messaggero, o mRNA, che educa il sistema immunitario a riconoscere e neutralizzare molecole specifiche del Covid-19.
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Vaccino anti Coronavirus: come funziona
I vaccini, in generale, hanno lo scopo di addestrare l’organismo e il sistema immunitario a riconoscere una parte di un virus, tramite l’iniezione nell’organismo del virus stesso indebolito, o di sue componenti purificate.
I vaccini a mRNA, tuttavia, funzionano diversamente: al soggetto vaccinato viene somministrato non un virus o una sua parte, ma proprio mRNA, cioè materiale genetico in grado di codificare la proteina virale. Le informazioni genetiche, una volta iniettate, entrano nelle cellule muscolari, che incamerano quanto ricevuto, producendo la proteina virale direttamente nel corpo del vaccinato. L’organismo riceve quindi una sorta di anteprima del virus, senza che venga causata direttamente la malattia: in tal modo il sistema immunitario riesce a sviluppare anticorpi in grado di neutralizzare il vero virus qualora il soggetto dovesse essere contagiato. Nel caso del vaccino contro il Coronavirus nello specifico, l’mRNA veicola le informazioni necessarie a produrre la proteina Spike del virus, permettendo agli anticorpi di bloccarla e impedendo di infettare il vaccinato.
Vaccino anti Coronavirus: la difficoltà nella conservazione
Il problema dei vaccini a mRNAè la loro instabilità: è più probabile che si rompano al di sopra delle normale temperature di congelamento.
Ad esempio, il vaccino Pfizer-BioNTech deve essere conservato a -70°, durando circa 5 giorni una volta trasferito in celle con una temperatura leggermente superiore allo 0. L’azienda Moderna, invece, afferma che il suo prodotto possa essere mantenuto fino a 6 mesi, restando stabile in condizioni di refrigerazione da +2 a +8° nei 30 giorni successivi allo scongelamento.