CNA Ascoli 2020: il Centro Studi della CNA della Regione Marche ha elaborato, per la Provincia di Ascoli Piceno, i dati su iscrizioni e cessazioni delle imprese di tutti i settori, nei primi nove mesi del 2020. In valori assoluti, i numeri farebbero pensare a una sostanziale tenuta; ma la CNA di Ascoli sottolinea come il trend sia negativo da ormai un decennio. Inoltre, come rileva la Confederazione Nazionale dell’Artigianato, il saldo negativo non eccessivo è determinato principalmente da un numero minore di cessazioni, più che da un aumento delle nuove iscrizioni di imprese all’Albo.
CNA Ascoli 2020: in calo le cessazioni delle imprese, ma scendono anche le nuove iscrizioni
Sempre in base ai dati elaborati dalla CNA di Ascoli, nel Piceno – facendo la media di tutti i settori – le iscrizioni nei primi nove mesi del 2020 sono state in diminuzione del 22%. Fattore che è stato compensato dal contenimento di un altro parametro negativo, ovvero le cessazioni. Sempre nello stesso periodo, infatti, le cessazioni sono scese del 28%.
“Niente spinta propulsiva – precisa Luigi Passaretti, Presidente della CNA di Ascoli Piceno – ma c’è un’eroica tenuta di micro e piccole imprese, ovvero il 28% in meno di chiusure, a fronte di un meno 22% di nuove aperture”.
“I dati non lasciano spazio all’immaginazione. – ha commentato Francesco Balloni, Direttore della CNA provinciale di Ascoli Piceno – Nel Piceno, le imprese di tutti i settori stanno diminuendo costantemente e inesorabilmente da 10 anni, con picchi di criticità nelle costruzioni e nel manifatturiero. Ci troviamo di fronte a delle scelte non più rinviabili e il tutto va fatto in maniera unitaria e sinergica. Ovvero comprendendo che da problematiche come sisma, infrastrutture, Covid-19, in territori già facenti parte dell’area di crisi, se ne esce solo sviluppando al meglio le risorse che vanno intercettate attraverso il Recovery Fund, con un ‘Recovery Plan’ da presentare all’Europa entro il mese di aprile 2021″.
“Grande preoccupazione – aggiunge Balloni – per il terzo trimestre e almeno per tutto il 2021. Oggi ci troviamo, infatti, di fronte aun Dpcm che, fino a inizio dicembre, porta nuove restrizioni che limitano vari ambiti del commercio e ristorazione in primis. Ma, per ovvie contrazioni dovute all’effetto paura o alla minor propensione ad uscire, sta mettendo in ginocchio anche artigiani e negozi dell’artigianato artistico e della Moda”.
Per la CNA Picena, quindi, stringe sempre più il tempo per mettere in atto azioni forti e ancora più incisive. Tenendo in considerazione i dati, non si può trascurare che, se da un lato le misure del Decreto Ristori possono aiutare a sostenere alcuni ambiti, messi a dura prova in questo 2020; dall’altro, è arrivato il momento, con il “Recovery Plan”, di sviluppare un progetto serio e ambizioso per il Centro Italia, che aiuti a valorizzare al meglio questa parte del Paese e soprattutto che possa ridare lavoro alle imprese.
Se si considerano i saldi tra iscrizioni e cessazioni in base al settore, nei primi nove mesi del 2020, a confronto con lo stesso periodo degli anni precedenti, si vede come l’effetto pandemia non abbia influito in modo netto, per nessuno dei principali settori. Ma è forte l’effetto della compensazione tra due fenomeni diversi: se, nel 2020, le iscrizioni di nuove imprese calano in quasi tutti i principali settori (-22% circa in totale), le cessazioni calano ancora di più (-28% in totale) e ciò avviene per tutti i principali settori.