Ascoli, sindacati in campo per un nuovo modello di sviluppo che coniughi lavoro e sostenibilità ma anche innovazione, territorio e diritti delle persone. L’obiettivo è che la Regione Marche ponga attenzione a nuovi investimenti per una migliore qualità della vita e un maggiore sviluppo.
Solo in questo modo – secondo Cgil, Cisl e Uil – si può pensare e organizzare il Piceno di domani, contribuendo a costituire una zona economica speciale per le aree interne, al riutilizzo e alla rivalorizzazione delle terre abbandonate. Il nuovo modello dovrà puntare anche a migliorare le politiche attive per tutti i giovani e alla riqualificazione di alcuni centri che hanno una vitale importanza come il centro dell’impiego.
Ecco tutti i punti della proposta dalla Cgil, Cisl e Uil per il territorio piceno.
Sindacati Ascoli, le proposte avanzate per il Piceno di Domani
Cigl, Cisl e Uil hanno inviato alla Regione Marche proposte precise per realizzare un nuovo modello di sviluppo, al cui interno si coniughino diritti delle persone, lavoro, sostenibilità ma anche coesione, territorio e innovazione.
Il contributo, denominato Il Piceno di Domani, realizzato dalle Organizzazioni Sindacali Provinciali, si pone come obiettivo il rilancio economico e sociale riconoscendo un nuovo valore di lavoro, ponendo attenzione a nuovi investimenti, riequilibrando l’intero sistema e risolvendo le problematiche più drammatiche che riguardano il lavoro, la cassa integrazione, le politiche sanitarie e le aree interne.
Riguardo proprio la disoccupazione, “da diverso tempo nella nostra regione si registrano redditi bassi con alti tassi di disoccupazione, questi dati tendono a impoverire il territorio anche perché le varie tipologie di lavoro e le professionalità non hanno fatto il salto di qualità, per questo c’è un importante bisogno che si dia spazio a dei nuovi investimenti, così da dare maggiore sviluppo incentrato non più sulla quantità ma sulla qualità”, afferma Barbara Nicolai, segretaria provinciale della Cgil.
L’emergenza sanitaria sta provocando anche problemi economici e diverse difficoltà per molte aziende che non riescono a percepire la cassa integrazione e si ritrovano senza risorse, precisa anche il Segretario Generale Sicet Cisl Marche, Antonio Angelini. “Per fronteggiare questa situazione c’è bisogno di un re equilibrio e anche la zona del Piceno deve rientrare nella misura che prevede uno sconto del 30% dei contributi previdenziali complessivi dovuti dal datore di lavoro per i propri dipendenti”.
Oltre a questo contributo, il Piceno dovrebbe rientrare anche nella Zona Economica Speciale per le aree interne, “in quanto potrebbe aiutare ad avere più occupazione e più posti di lavoro, riutilizzando anche le terre abbandonate si potrebbe dare maggiori redditi, così come rivalorizzare i parchi e le strade interne che se la passano piuttosto male, un esempio evidente è la Salaria, che non è stata ancora migliorata insieme alla Carbon”, ha detto il Segretario Provinciale della Uil, Giuseppe Pacetti.
Infine, la Regione dovrebbe occuparsi a migliorare e a dare un contributo anche alle diverse politiche attive soprattutto per i giovani e riqualificare strutture importanti come quella del Centro dell’Impiego, aprendo anche all’apprendistato di primo livello come già stanno facendo alcune scuole, secondo Maria Teresa Ferretti (Cisl).