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8 Marzo-8 Aprile, oggi ricorre un mese esatto da quando tutta Italia è in quarantena a causa dell’emergenza Coronavirus. Una situazione straordinaria che pesa un pò a tutte le fasce d’età, dagli anziani e i bambini costretti a rimanere in casa, agli studenti che stanno continuando le lezioni grazie alla didattica online fino ai lavoratori che hanno dovuto chiudere le loro imprese e attività e molti di loro si trovano in difficoltà, non percependo alcun reddito.

Una situazione che coinvolge tutti su ogni fronte, dal lavoro agli hobby dallo sport fino ai sentimenti e ai rapporti sociali.

Cosa è cambiato durante questo mese?  E come è cambiata piano piano la nostra vita anche con le diverse misure adottate dal Governo?

Coronavirus, cosa è successo in questo mese?

Era l’8 Marzo, esattamente un mese fa, quando il Presidente Conte attraverso la firma di un decreto,ordinava  misure urgenti di contenimento, allo scopo di contrastare il diffondersi del Coronavirus: il divieto di ogni spostamento in entrata e in uscita dai diversi territori tranne per motivi di lavoro, di salute e di necessità, la sospensione di tutti gli eventi e manifestazioni in luoghi pubblici e privati, il divieto di qualsiasi forma di aggregazione, la chiusura di  scuole e università, la sospensione delle  diverse cerimonie civili e religiose compresi anche i funerali, la chiusura di musei e tutti i luoghi della cultura, la sospensione di tutti i concorsi pubblici e privati, i bar e i ristoranti aperti solo dalle 6 alle 18, la sospensione dei congedi ordinari del personale sanitario e tecnico, l’adozione  delle modalità di collegamento da remoto come lo smart working per i lavoratori, la chiusura  dei vari negozi all’interno dei centri commerciali nei giorni festivi e prefestivi e la sospensione delle  attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri benessere e centri termali nonchè dei centri ricreativi e sociali e infine la sospensione degli esami di idoneità per il rilascio della patente.

Piano piano l’intera penisola è diventata una zona interdetta per poi vedersi qualche giorno dopo, attraverso il Decreto Io resto a casa, definirsi “zona rossa” ed estendendo la chiusura delle scuole e lo stop delle manifestazioni sportive fino al 3 Aprile.

E allora continua la chiusura di altre attività, stop ai servizi non essenziali, tranne per supermercati e negozi di generi alimentari e di prima necessità,  chiusi  mercati e le attività di ristorazione e quelle per i servizi alla persona come barbieri, estetiste e parrucchiere, chiusi anche i reparti industriali non indispensabili mentre le fabbriche continuano a lavorare a patto che rispettino le distanze di sicurezza. Continuano a rimanere aperti solo tabaccai, edicole e benzinai e ovviamente supermercati e farmacie.

Si passa  poi al 22 Marzo con cui vengono chiuse altre attività industriali e commerciali e con cui si ordina il divieto di spostarsi o trasferirsi in un comune diverso da quello in cui ci troviamo, il divieto di attività sportiva all’aperto mentre resta consentita l’attività motoria solo nei pressi della propria abitazione e solo individualmente, così da evitare assembramenti. Chiusi quindi parchi, spiagge e giardini ma anche esercizi di somministrazione di alimenti e bevande all’interno delle stazioni ferroviarie e delle aree di servizio.

Arriviamo ad Aprile, quando piano piano il nostro spazio, i nostri spostamenti continuano a essere sempre più  limitati. Ci si può spostare in auto solo per esigenze di lavoro, di salute o per fare la spesa. Il concetto di lontananza lo possiamo intravedere solo affacciandosi da una finestra o dal nostro balcone, aprendo così le porte alla famosa frase #iorestoacasa.

Le video-chiamate diventano un rito collettivo per trascorrere qualche minuto in compagnia dell’amico più caro o del parente lontano e allora lì per un attimo torna la voglia di sorridere e condividere anche qualche pensiero e persino i compleanni e le lauree. Un mese in cui i nostri volti sono nascosti dalle mascherine e le nostre mani dai guanti in lattice, facendosi sentire così la mancanza anche della più semplice stretta di mano o di uno sguardo.

Un mese non solo di decreti e di conferenze stampa di Conte, ma anche di musica sui balconi e di flash-mob, dei disegni colorati dei bambini che dicono “andrà tutto bene”, delle varie campagne di donazione a sostegno degli ospedali che stanno fronteggiando l’emergenza e che hanno permesso di acquistare macchinari e posti letti ma anche di realizzare nuovi ospedali.

Ed è li che la vita deve continuare, grazie anche al durissimo lavoro di medici, infermieri che ogni giorno vedono mille situazioni, dal malato di covid-19 che finisce in terapia intensiva a quello che invece migliora, fino alla persona che gravemente malata non ha neanche la possibilità di un’ultimo saluto da parte dei suoi cari o dalla donna che partorisce sola, senza il proprio compagno a cui è negato il diritto di vedere il momento più bello della sua vita, la nascita del proprio figlio.

Un mese in cui abbiamo sentito  tante idee e proposte da parte della politica su un tema molto sentito da tutti noi italiani, la crisi economica, che sta toccando diverse famiglie, che non lavorando, non riescono neanche a fare la spesa.  Senza dimenticare poi il timore e la paura  di una seconda ondata di contagi, proprio come è avvenuto in Cina.

Ma c’è anche la speranza , quella piccola luce che vediamo quando la curva dei contagi rallenta, e ci permette di pensare ad una piccola ripartenza, all’inizio della famosa Fase 2 di cui il Governo parla tanto, anche se il ricordo di queste settimane ce lo porteremo dietro per sempre. E infine anche quel desiderio, di tornare presto alla normalità, perché se tutti restiamo a casa, “andrà tutto bene!”.

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