Ascoli Piceno, la Cia, la Coldiretti, la Confagricultura e la Copagri, insieme al Consorzio Tutela e Valorizzazione Oliva Ascolana del Piceno DOP, stanno avviando un tavolo di lavori per valorizzare e rilanciare le coltivazioni e la produzione dell’oliva da mensa ascolana tenera nelle province di Ascoli Piceno e Fermo, partecipando ad un bando regionale.
Leggi anche: Il Comune di Ascoli promuove un protocollo d’intesa per l’Oliva Ascolana DOP.
Ascoli Piceno, il progetto per la valorizzazione dell’oliva
Le organizzazioni degli imprenditori agricoli e il Consorzio Tutela e Valorizzazione hanno partecipato al bando del PSR Marche relativo alle Filiere nelle aree del cratere del sisma 2016. I soggetti hanno richiesto, ed ottenuto, dalla Regione Marche la proroga del termine per il deposito dei progetti integrati di filiera in area cratere al prossimo 11 febbraio, al fine di coinvolgere altri imprenditori in questa opportunità di concreto sviluppo della olivicoltura locale.
L’invito, dunque, a partecipare al progetto è esteso a tutti coloro che possiedono oliveti di varietà ascolana tenera e a chi voglia impiantarne di nuovi, contattando le proprie organizzazioni di riferimento o il Consorzio al 333/6570800.
Oliva tenera ascolana, la produzione
La produzione di olive da mensa (cioè in salamoia) in Italia negli ultimi decenni è stata sostanzialmente abbandonata, anche se la domanda di olive da mensa di qualità è in continua crescita ed il mercato offre prevalentemente prodotto estero. La varietà ascolana tenera rappresenta la punta di diamante delle olive da mensa in Italia e nel mondo, sia per le caratteristiche organolettiche che per il rapporto polpa-nocciolo; inoltre, è certificabile come DOP, consentendo agli olivicoltori una remunerazione elevata.
Il maggiore impegno richiesto all’olivicoltore nel comportarsi da vero e proprio frutticoltore per ottenere olive da mensa DOP potrà essere affrontato aderendo ad una filiera che garantisce agli agricoltori la certezza di acquisto del prodotto e il rispetto del prezzo pattuito nel contratto, oltre alla copertura dei costi di certificazione per il sistema di controllo DOP e a finanziamenti per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli. Inoltre, nella nuova impostazione di gestione dell’oliveto da mensa, le olive di dimensione minore potranno essere comunque destinate ad ottenere un eccellente olio, con integrazione delle entrate economiche.