Trend Marche, secondo l’indagine redatta da Cna, Confartigianato e Ubi Banca, realizzata analizzando i bilanci del primo semestre 2019 di un vasto e rappresentativo campione di imprese, arrivano segnali positivi dalle piccole imprese marchigiane con meno di 20 dipendenti, dopo aver resistito per dieci lunghi anni di crisi.
“Dopo dieci anni passati in difesa è tempo di ribaltare il campo d’azione e progettare il futuro, cercando di fare sistema tra istituzioni, università, istituti di credito, associazioni di categoria. Occorre puntare forte su infrastrutture, investimenti, occupazione e turismo, semplificando la burocrazia e riducendo il carico fiscale per le imprese.
Soprattutto bisogna investire sempre più nel capitale umano, l’autentico valore aggiunto nella competizione del mercato globale”, hanno dichiarato il presidente Cna Marche Gino Sabatini e il vicepresidente Confartigianato Marche Paolo Longhi.
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Trend Marche, i dati sulle imprese
Nelle Marche, per le imprese in crescita, l’incremento dei ricavi è stato del 4,3%; in particolare, i ricavi per conto terzi hanno registrato una crescita più accentuata (+8,1%) e nel primo semestre 2019 ha anche accelerato la crescita delle spese da retribuzioni del +21,2%, ma è calata la spesa per i consumi (-8,7%). Secondo Trend Marche, poi, il fatturato è in crescita tra le imprese delle costruzioni (+14,1%), nei servizi (+4,8%) e nei settori di ristorazione e turismo, che hanno incrementato gli utili del 4,4%.
La crescita è marcata, in termini numerici, per i servizi di noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (+172 unità), per le attività immobiliari (+160) e le attività professionali scientifiche e tecniche (+141).
Bene l’export marchigiano, ma solo grazie a nautica (+355,8 milioni di euro) e farmaceutica (+169,3 milioni di euro). Nei primi nove mesi del 2019 le esportazioni manifatturiere delle Marche ammontano a 8,9 miliardi di euro, valore in crescita del 3,3% rispetto ai primi nove mesi del 2018, pari a 286,3 milioni di euro in più.
Trend Marche, le imprese in crisi
Nei primi undici mesi del 2019, le imprese marchigiane in attività sono passate da 148.858 a 147.448, con un calo di 1.410 aziende. Oltre la metà di chi ha abbassato la serranda lavorava nel commercio (-750 unità ). Seguono l’agricoltura (-688), il manifatturiero (-258 unità) e le costruzioni (-334). Cala ulteriormente anche il numero delle imprese attive nel settore trasporti e magazzinaggio (-79). Male anche l’artigianato, con le imprese in discesa da 44.713 a 44.076 (-637) da gennaio a novembre.
Per quanto riguarda i ricavi, in diminuzione sono quelli delle attività manifatturiere (-3,4%), soprattutto nel tessile, nell’abbigliamento, nel calzaturiero (-13%) e nella meccanica (-12,2%), ad eccezione della meccanica di base (+4,3%).
“I segni di ripresa non bastano a far recuperare alle Marche il gap con l’Italia. Rispetto al 2008 il pil regionale è inferiore dell’8,4% mentre a livello nazionale la flessione è inferiore alla metà (-3,4). Oggi il Pil annuale prodotto dalle Marche è di 38,2 miliardi di euro rispetto ai 41,7 miliardi di dieci anni fa. Il pil per abitante è sceso da 27.197 a 25.011 euro, mentre anche gli investimenti sono passati dagli 8,3 miliardi di euro del 2008 ai 6,5 miliardi attuali, riducendosi di un quarto. Occorre ripartire dalle imprese e dal contesto territoriale, che è fondamentale per la loro competitività”, ha spiegato il rettore dell’Università Politecnica delle Marche Gian Luca Gregori.
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