Villa Sgariglia, Ascoli Piceno: la storica villa, insieme alla chiesa del Giosafatti e al terreno, verte in uno stato di degrado ed abbandono denunciato da Italia Nostra, associazione che si occupa della salvaguardia dei beni culturali.
L’associazione si auspica, poi, che vengano effettuati controlli e che si faccia chiarezza sulle strutture in ferro che ne hanno snaturato l’originaria bellezza, e che l’edificio venga ristrutturato e aperto al pubblico.
Villa Sgariglia, la storia
Lasciata in eredità agli Istituti Riuniti e, poi, dopo la soppressione di questi enti entrata nella disponibilità del Comune di Ascoli, la storia di Villa Sgariglia vede una significativa svolta alle soglie del 2000, anno del Giubileo, per il quale venne previsto anche il recupero di questo edificio, nobilitato tra l’altro dalla presenza dalla Chiesa dell’Assunta, capolavoro settecentesco di Lazzaro Giosafatti, artista veneziano attivo ad Ascoli, ora chiusa al culto e in condizione ed inagibile a causa degli eventi sismici del 2016.
Il progetto era quello di destinare la struttura ad ospitare i pellegrini diretti a Roma per il Giubileo. Alla fine, però, i lavori partirono ma non furono realizzati per tempo. Una volta terminati, previo bando, la struttura fu assegnata ad un imprenditore privato. Mancò, tuttavia, un’idea della clientela cui destinare il manufatto, allora si volle copiare l’azione della Principessa Panichi Seghetti per la fruizione della Villa di Castel di Lama: destinare l’immobile a cerimonie nuziali.
L’ostacolo? Mancava un ampio locale atto ad ospitare un numero adeguato di persone. Allora si è realizzata una struttura in ferro, una sorta di immenso gazebo, addossata alla parete delle villa coprendo il terrazzo preesistente per tutta la lunghezza della facciata. La gestione del concessionario, a quanto pare, si è chiusa miseramente ed ora la villa giace nel più completo abbandono, insieme alla chiesa del Giosafatti, così come il terreno, che si estende fino alla Salaria.
Italia Nostra, l’azione di recupero
“E’ augurabile che questa segnalazione alla Soprintendenza possa contribuire alla effettuazione degli accertamenti che il caso richiede per chiarire se per la realizzazione dell’intervento inopportuno siano state rilasciare le autorizzazioni che il valore architettonico e storico del bene richiedeva. Ad ogni buon conto, a nostro parere, si dovrà fare in ogni caso tutto quanto possibile per ridonare all’edificio la primitiva prestigiosa forma architettonica voluta dai nobili committenti e dalla perizia del Giosafatti” è la dichiarazione lasciata da Italia Nostra, che si auspica che una futura utilizzazione dell’immobile privilegi la sua funzione di bene pubblico.
In seguito, si dovrà individuare una forma di utilizzazione intelligente e responsabile del bene, sottolinea Italia Nostra, “magari prendendo in considerazione qualcuna delle proposte formulate nel nostro progetto di realizzazione del parco Culturale ed Ambientale delle Nobili Ville Picene, uno dei moduli elaborato nel più complesso Progetto del Distretto delle Risorse e Testimonianze di Civiltà delle Terre della Primavera Sacra e della Riviera delle Palme, che da tempo la Sezione sta proponendo per consentire una valorizzazione sistemica del patrimonio”.