LE MARCHE – Sono ottomila i giovani che oggi lavorano stabilmente in campagna, come conduttori aziendali o come manodopera, a testimonianza di un ritorno alla terra che vede l’agricoltura proporsi come nuovo modello di sviluppo e uscita dalla crisi, ma che deve essere accompagnata dagli amministratori con l’abbattimento del carico burocratico e politiche più efficaci.
L’ANALISI – Questo è il quadro esposto da Coldiretti Giovani Impresa Marche, in occasione della II Assemblea dei giovani amministratori delle Marche, con la presenza della delegata Maria Letizia Gardoni. Degli under 40 che lavorano nei campi quasi la metà (il 40%) è titolare di azienda e, se il ricambio generazionale nella nostra Regione fatica ancora a completarsi, va sottolineato come le imprese giovani sono quelle più innovative e attive nella vendita diretta e nelle produzioni di qualità (Dop e Igp) e biologiche.
MARIA LETIZIA GARDONI – “Un trend che va sostenuto attraverso un nuovo e chiaro modello di sviluppo e politiche pubbliche che concorrano a renderlo possibile”, sottolinea la delegata di Coldiretti Giovani. “Al di là del ricambio generazionale, le giovani imprese devono affrontare oggi altri problemi, dall’eccessivo carico burocratico, che ci ‘scippa’ circa cento giorni di lavoro all’anno, alle difficoltà di accesso al credito, dal costo della terra fino alla mancanza di formazione. Per risolverli occorre la costruzione di una vera politica integrata per l’imprenditorialità, investire in intelligenti attività di accompagnamento alla progettazione, adeguati meccanismi di assistenza allo start up, filiere corte di accesso al credito gestite dai Confidi, ma anche un nuovo sistema della ricerca che sappia anticipare il bisogno di innovazione e premiare la capacità dei giovani“. “In tutto ciò – conclude la Gardoni – il progetto di Coldiretti per la costruzione di una Filiera Agricola Tutta Italiana deve essere valorizzato come piena espressione del protagonismo dei giovani quale via italiana per lo sviluppo del Paese”.