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Classe 1988, easy e geniale. Dopo l’Istituto Europeo di Design e un master alla Scuola Internazionale di Comics, Diego Dari ha deciso di disegnare il suo futuro con la penna bic, tracce a matita e colpi di pennello. L’abbiamo conosciuto nelle storie di ordinaria follia e lo seguiamo nei disegni tra realtà e grafica. “Il disegno dal vero è espressione realistica che segue l’istinto del gesto e rappresenta la via ideale per far rivivere scene viste, assaporate appena o vissute intensamente che trovano sulla carta il per sempre del tempo. A volte però il disegno dal vero è il punto di partenza che lega il contatto con la realtà e la fantasia”.

Quando e perché introduci nell’opera l’espediente grafico-digitale?

 

“Dal momento che l’era digitale ha coinvolto anche il panorama artistico, ho pensato di applicare ad alcune delle mie illustrazione, soprattutto quelle destinate alla divulgazione nel web, l’espediente grafico. Digital coloring o effetti Photoshop possono essere i tipi di interventi, attribuendo particolare attenzione all’incarnato e ai materiali”.

Disegni, tavole, incisioni, fumetti e storie: cogli il mondo e lo traduci sulla carta. Come nasce il tuo lavoro?

“Schizzo, girando e osservando memorizzo l’attimo che imprimo sul mio sketchbook o scatto una foto perché ritengo che tutto ciò che mi circonda può essere materiale di ricerca per i miei progetti. Può essere un’inquadratura, dato che amo rappresentare i punti di vista, o un’immagine che mi ha particolarmente attratto o impressionato; possono rimanere nei file o tra i fogli per anni in attesa di rinascere in progetti”.

Accademico e alternativo, racchiudi la tradizione e l’astrazione dell’arte visiva che si traduce nella realizzazione di un sogno. Quando hai capito che questo era il tuo futuro?

“Forse l’ho sempre saputo; dopo il liceo artistico è stato determinante il mio percorso all’Istituto Europeo di Design che ha coltivato la mia passione. In questi anni ho capito che il mio destino era nell’arte visiva; ad oggi posso annunciare a testa alta l’apertura di una mia attività dove poter convogliare illustrazione e grafica, e allo stesso tempo continuare a forgiare il mio futuro”.

Indispensabile la formazione in aula che ha posto le basi di storia dell’arte e le tecniche di disegno e stile, cosa è successo dopo le prestigiose scuole di disegno che hai frequentato? I tuoi maestri sono stati un esempio e un aiuto per la tua affermazione post scolastica?

“I miei professori mi hanno fatto prendere coscienza delle potenzialità del mio tratto, che se affinato o caricato poteva essere plasmato alle varie esigenze dell’illustrazione editoriale, della comunicazione persuasiva e dell’animazione. Poi solo olio di gomito e tanta gavetta personale perché in questo mestiere non si smette mai d’imparare e scoprire”.