Una nuova classe di dispositivi composti di materiale biodegradabile: questa è l’elettronica transitoria. L’idea si deve ad un gruppo di ricerca coordinato da Suk-Won Hwang dell’Università americana dell’Illinois, al quale ha partecipato anche l’italiano Fiorenzo Omenetto. In questo progetto sono stati usati materiali familiari all’organismo umano usati anche nell’elettronica tradizionale, come il magnesio e il silicio (che è biocompatibile). Tali materiali vengono usati in una forma ultrasottile che viene poi incapsulata nelle proteine della seta, un elemento già usato nelle suture e nell’ingegneria dei tessuti. Piccoli, robusti e dalle prestazioni elevate, i dispositivi sono in grado di sciogliersi gradualmente in acqua o nei liquidi del corpo. Per questa nuova tecnologia sono tre le aree di applicazione: medicina, ambiente e prodotti elettronici.