Il musicista ascolano Saturnino Celani, o se preferite solo Saturnino, è una persona “rock”, per dirla con Celentano. Dopo aver intrapreso lo studio del violino durante la sua infanzia, si è poi dedicato al basso, grazie al quale è diventato un apprezzato artista, compositore e produttore discografico, oltre ad essere un valido collaboratore del famoso cantautore Lorenzo Jovanotti.
E’ doveroso ricordare che Saturnino ha contribuito alla realizzazione di brani di successo come “Penso positivo”, “L’ombelico del mondo” e “Il più grande spettacolo dopo il Big Bang”.
Nel corso del 2018, “Satu” (questo il suo soprannome del bassista) è stato impegnato in un lungo e impegnativo tour con Lorenzo Jovanotti, composto in tutto da 60 date tra febbraio e giugno, che si è svolto in numerosi stadi e palasport, in Italia e all’estero. I concerti del tour 2018 di Jovanotti sono stati dei veri e propri show, con buona musica, effetti speciali a volontà e scenografie fantasmagoriche. Inoltre, sempre con Jovanotti, ha partecipato ad una tappa del festival “RisorgiMarche”, con un concerto che si è tenuto a Matelica.
Saturnino, partendo da una città di provincia come Ascoli Piceno, si è poi trasferito a Milano e ha calcato i palcoscenici delle maggiori città italiane e di molte capitali europee. Le sue doti principali sono, oltre all’ottima padronanza del basso, la simpatia, l’ironia, la grinta e la spontaneità. Saturnino è molto attivo sui social network: infatti, ha molti followers su Facebook, Twitter e Instagram, dove pubblica divertenti foto e video relativi al suo lavoro di musicista.
Come è iniziata la tua collaborazione con Lorenzo Jovanotti? Tutto ha avuto inizio nel 1991, quando mi ero trasferito a Milano pochi anni prima, con il progetto di fare della musica. Ho incontrato Lorenzo in uno studio di registrazione, abbiamo parlato di musica per un po’, poi mi ha chiesto di registrare un assolo di basso e mi ha chiesto se ero libero per i sei mesi successivi e, da allora, sono passati quasi 30 anni…
Cosa è cambiato oggi nel modo di fare musica, rispetto ai tuoi esordi? Per quanto mi riguarda, assolutamente niente! Pensa che, qualche tempo fa, quando ho avuto la fortuna di passare del tempo a Firenze, sono andato nel negozio di dischi “Contempo records” e ho comprato 10 vinili meravigliosi!
Quali sono i tuoi generi musicali preferiti e quali artisti apprezzi di più (oltre a Jovanotti, ovviamente)? Non ho un genere preferito in particolare… Quello che ti posso dire è che, più vado avanti, più ho la sensazione di tornare indietro. Nel senso che, più ascolto musica, e più scopro delle cose che non avevo ascoltato in modo consapevole.
Qual è la tua opinione sui talent show? Un giovane vuole mostrare il suo talento? Va benissimo, ma l’importante è non avere troppe aspettative.
Qual è stata l’esperienza più divertente che hai vissuto, durante l’impegnativo tour con Jovanotti?
Io mi diverto continuamente e amo stare in tour, ma durante le date romane ho organizzato uno scherzo epico a Dalia Gaberscik (figlia di Giorgio Gaber), che si può trovare su Instagram. Praticamente, le abbiamo fatto credere che la sedia della sua camera d’albergo si muovesse da sola, ma in realtà era messa in moto da un marchingegno segreto, escogitato da me e da alcuni amici.
Cosa consiglieresti a un giovane che voglia intraprendere la carriera di musicista? Il primo consiglio, non richiesto, è quello di avere un lavoro remunerativo part-time nel campo della musica.
Ormai da diversi anni non abiti più ad Ascoli Piceno. Quali sono le sensazioni che provi, quando torni nella tua città natale? Sono sensazioni bellissime, per i luoghi e per le persone.
Foto presa dal sito “Digitalpeople.tv”