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Le primarie Partito Democratico si avvicinano e con esse la scelta del nuovo segretario di partito. Nelle ultime settimane sono state ufficializzate le candidature dei 7 potenziali leader e la darta delle primarie. Facciamoci un’idea di chi sono i candidati, cosa dicono i sondaggi e quando si voterà per le primarie PD.

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Primarie Partito Democratico, quando si vota

La data delle primarie Partito Democratico è stato il primo nodo da sciogliere. Dopo il braccio di ferro tra chi voleva accelerare i tempi e chi invece provava a dilatarli, si è deciso per il 3 marzo 2019, una data decisa dalla commissione per il congresso. 

Una scadenza quasi border line visto che alle prossime europee e amministrative si voterà entro maggio, quasi sicuramente domenica 26 maggio.

Come funzionano le primarie PD

Il regolamento delle primarie è ancora avvolto da una nebbia fitta che sarà diradata, si spera, in Assemblea e in commissione per il congresso. All’orizzonte si profila qualche novità, tra cui quella di scindere la figura del segretario da quella di candidato del partito.

Alle vecchie primarie, per partecipare alle votazioni si doveva contribuire con 2 euro destinati al territorio, dopo aver compilato la registrazione. Potevano votare tutti i cittadini dai 16 anni compiuti in poi.

I sette candidati alle primarie

Vediamo ora, finalmente, chi sono i 7 candidati (fino a ora) alle prossime primarie del Partito Democratico. Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, a oggi il grande favorito.

Maurizio Martina è il segretario uscente del Partito Democratico.

Marco Minniti, ex ministro dell’Interno, ha ufficializzato la sua candidatura alle primarie del PD.

Dario Corallo è il più giovane candidato alle primarie del PD. C’è chi sostiene che a sentirlo parlare ricorda Matteo Renzi, ma lui prende le distanze. Trent’anni, alla guida dei Giovani del Partito Democratico, la sua sembra una candidatura solitaria.

Matteo Richetti, 44 anni, senatore PD e uno dei maggiori alleati renziani.

Francesco Boccia, 50 anni, pugliese, è un deputato PD dal 2008. È diventato famoso per la sua proposta chiamata “web tax”, una tassa da applicare alle grandi società di internet.

Ancora non certa al 100% la candidatura di Cesare Damiano, ex DS ed ex ministro del Lavoro nel lontano governo Prodi (secondo). Settant’anni, critico renziano, particolarmente avverso al Job Act.

Dunque, ecco i sette candidati in corsa:

  1. Francesco Boccia
  2. Dario Corallo
  3. Cesare Damiano
  4. Maurizio Martina
  5. Marco Minniti
  6. Matteo Richetti
  7. Nicola Zingaretti

Su Matteo Renzi resta ancora l’incertezza. L’ex premier ha dichiarato più volte di non volersi candidare, ma i dubbi rimangono.

I sondaggi cosa dicono?

Il grande favorito Nicola Zingaretti continua a staccare tutti gli avversari con una distanza che a oggi è di 14 punti di vantaggio sul suo avversario più temibile, ovvero l’ex ministro dell’Interno Marco Minniti. I calcoli di Izi attestano Minniti al 23,8%.

Se i sondaggisti avevano previsto un calo di Zingaretti con la discesa in campo di Maurizio Martina, i numeri smentiscono le analisi. La quota del Governatore è intatta e Martina con il suo 17,9% resta molto indietro.

Minniti perde qualche punto e con lui calano Francesco Boccia fermo – per Izi – al 6,9%Dario Corallo al 5,2%, Matteo Richetti al 4,9% e Cesare Damiano è al 3,1%.

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