ANCONA – Centoventi strutture, tra stalle, capannoni, serre e fienili, crollate e seimila animali morti. E’ il bilancio dei danni causati dalla neve all’agricoltura marchigiana, presentato oggi a Roma dal presidente della Coldiretti Sergio Marini. Dall’inizio dell’emergenza a oggi sono morti negli allevamenti, per gelo o crolli, 800 fra agnelli e pecore, 5.000 polli, 200 bovini. Un conto salato per gli allevatori marchigiani, al quale, sottolinea la Coldiretti, vanno aggiunti le decine di migliaia di latte andato gettato per l’impossibilità di trasportarlo fuori dalle aziende nonché il fenomeno degli aborti che sta interessando greggi e mandrie.
TUTTI I DANNI – Se poi si allarga lo sguardo agli altri settori, a patire i problemi maggiori sono state le produzioni ortofrutticole, “bruciate” nei campi dal gelo prima di poter essere raccolte o rovinate a causa del crollo di migliaia di metri quadri di serre. “Di fronte ad una emergenza di tale entità è necessario attivare tutti gli strumenti disponibili e verificare se ci sono le condizioni per un intervento straordinario del fondo di solidarietà dell’Unione Europea – ha sottolineato il presidente nazionale di Coldiretti – per affrontare un danno diffuso su tutto il territorio che è purtroppo destinato ad incidere sulla ripresa economia del Paese”.
LE ZONE INTERNE – La situazione resta comunque difficile nelle zone interne del Pesarese (Montegrimano, Belforte all’Isauro, Monte Cerignone) dove gli allevatori denunciano che le strade sono ancora non transitabili, mentre gli animali sono stressati a causa di freddo, carenza di cibo e acqua, viste le difficoltà a raggiungere i fienili. Intanto è scattato l’allarme gelo per gli ulivi, mentre per i vivai si deve attendere che la neve si sciolga per calcolare l’esatta entità dei danni. Ma già si contano alberi spezzati o piegati a terra e, quindi, difficilmente recuperabili.