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Ama Aquilone, realtà importante del nostro territorio che si occupa di tante situazioni di disagio, ogni anno organizza una festa di tre giorni per celebrare la dismissione dei ragazzi che hanno completato il percorso di rinascita.

In questa occasioni artisti, scrittori e intellettuali sono invitati a casa ama parlare e riflettere su un tema.

Quest’anno la tematica al centro dell’iniziativa è l’incurabile bellezza. Con questo titolo una appassionata di libri come me non può che avere un tuffo al cuore perché racchiude in una formula apparentemente ossimorica una grande verità. Questo percorso di diverse letture sarà dedicato a chiarire perché.

La bellezza è il segno che il mondo non è solo opera del caso. Quando guardiamo qualcosa di bello ci sentiamo in pace con il resto dell’universo. Eppure a volte la bellezza che più ci tocca e ci commuove, ci fa sentire la responsabilità di esseri umani è la bellezza ferita, offesa, mutilata.

La Nike di Samotracia ci toglie il fiato perché è mutilata. Quando guardiamo un quadro o un antico affresco a volte sono proprio le macchie e le screpolature che maggiormente ci fanno apprezzare il valore del poco che resta fruibile ai nostri occhi. La intollerabile fragilità che circonda il cenacolo di Leonardo ci imprime ancora più intensamente lo sguardo dolcissimo e l’abbandono di Giovanni accanto al Salvatore.

Questo accade perché la bellezza per una natura è fragile e ci appella la rispetto e all’ascolto. Ci obbliga a fermarci e ci impone un tempo e uno spazio diverso, senza violenza senza bisogno di prevaricazione. In fondo le cose più belle sono infinitamente delicate e fanno trattate secondo un metro basato sulla grazia e il silenzio.

In questo percorso dedicato alla festa di Ama Aquilone voglio citarvi i testi di alcuni degli ospiti della kermesse che hanno saputo cogliere nella loro riflessione alcuni degli aspetti più veri e profondi del concetto di bellezza, inguaribile perché eternamente bisognosa della nostra cura, del nostro senso di responsabilità, del nostro restare umani.

Ama Aquilone, gli ospiti

Il primo autore che sarà ospite dell’Ama Festival è il prof. Umberto Galimberti. Della sua vasta produzione ci cito il profondo I paesaggio dell’anima.

Dalla illuminate quarta di copertina “Dell’anima è stato detto di tutto: che è mortale o immortale, che può salvarsi o dannarsi, conoscere la verità o cadere nell’errore, che eleva e nobilita tutto ciò che nell’uomo è poco nobile, cosicché anche il desiderio non è solo dei corpi. Due secoli fa si pensò che potesse ammalarsi, proprio come il corpo, e richiedere medici dell’anima: nacquero la psichiatria, la psicoanalisi, la psicologia, che tolsero all’anima la sua aureola e contribuirono a disperderne la verità nei vari saperi. Ma per Umberto Galimberti è necessario andare al di là del linguaggio della razionalità e delle scienze psicologiche. Bisogna recuperare l’irrazionale che abita la profondità dell’anima e ci fa accedere alla radice da cui si dipartono sia la ragione sia la follia, giungere al fondamento non storico della storia. Oggi non conosciamo più l’anima universale che gli antichi descrivevano ai limiti dei due mondi, dello spirito e della materia: ci sono solo anime individuali rese asfittiche dall’incapacità di correlare la loro sofferenza quotidiana con il dolore del mondo. Ogni indagine sull’anima implica quindi per Galimberti un esplicito riconoscimento della sua dipendenza da ambiti culturali più vasti, un dialogo ininterrotto con tutte le forme di cultura e gli scenari storico-culturali che possono dare modelli interpretativi, e il recupero della visione degli antichi che avevano dato un’anima sia all’uomo sia al mondo, e nell’armonia delle due anime vedevano la bellezza”.

Seconda ospite del festival è la mitica Chiara Frugoni. A lei, grande esperta di una delle figure che più ha riflettuto sul rapporto tra bellezza del mondo e necessità di accogliere il dolore che ahimè nel mondo abita, San Francesco, sarà dedicata la seconda serata del festival.

In particolare la prof Frugoni analizzerà l’aspetto materno del francescanesimo. Ecco quindi che appare la fulgida figura di Chiara, a cui la storica ha dedicato un libro bellissimo che vi consiglio “Una solitudine abitata”. 

Chiara d’Assisi fu la prima donna a scrivere una regola originale per le donne, rifiutandosi di declinare al femminile una preesistente regola maschile: una regola stupefacente, piena di dolcezza, tesa a comprendere più che a giudicare e punire.

Di lei scrissero soprattutto uomini: il biografo, il papa e le gerarchie ecclesiastiche, scrissero tutti per farla dimenticare. Chiara consumò la vita dietro le mura del monastero di San Damiano. Contrariamente a quanto avrebbe desiderato, fu costretta alla clausura, ma la sua solitudine fu abitata da molti affetti e da una fortissima tensione spirituale. Il principio della bellezza è fortemente legato alla radice femminile del mondo, al declinarsi dell’universo come spazio che accoglie come una madre.

Ultimo autore che sarà protagonista dell’Ama festival è Eraldo Affinati. Il suo Tutti i nomi del mondo è un omaggio alla molteplice e immensa folla delle persone che abitano la nostra terra e che spesso ignoriamo e dimentichiamo. Un libro che accoglie le differenze e ci permette di comprendere come tutta la bellezza che desideriamo è in realtà sempre racchiusa nello sguardo del mio prossimo.

Spero che questo breve percorso vi invogli a partecipare all’AMA_Festival ! Buone letture e scrivetemi a info@bibliodiversita.it

 

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