Nel 2009, quale Consigliera di Parità per la Provincia di Ascoli Piceno, mi sono costituita parte civile a fianco di alcune lavoratici vittime di violenza privata, fisica e sessuale (reati di cui agli artt. 609 bis, 582, 585, 576 e 61 n. 2 CP e artt. 81 CPV e 609 bis CP) sul luogo di lavoro. In tale caso ho chiesto ed ottenuto il gratuito patrocinio poiché è stata riconosciuto che la Consigliera di Parità è soggetto esponenziale di finalità di promozione e controllo dei principi di eguaglianza e non discriminazione tra uomini e donne sui luoghi di lavoro, senza scopo di lucro (art. 6 della Legge n° 246 del 28 novembre 2005, e Decreto Legislativo n° 119 dell’11 aprile 2006).
LE CONSIGLIERE – Il compito delle Consigliere di Parità, infatti, è intervenire, nei luoghi di lavoro, in caso di discriminazioni di genere tra i quali sono ovviamente ricompresi i reati a sfondo sessuale. Leggo ora, dai giornali, che è stato annunciato un caso di molestie/violenza sessuale ai danni di una lavoratrice, una archeologa che, nel suo ambito lavorativo, s’imbatte continuamente in situazioni difficili e spiacevoli ma che, fino ad ora, non è mai stata oggetto di molestie o violenze a sfondo sessuale. La domanda che ora mi pongo è quale sarà il luogo in cui avverrà il reato poiché le Consigliere di Parità, quali pubblici ufficiali, hanno competenza per il territorio (Provincia/Regione/Nazione) per il quale vengono nominate. Nel caso specifico il reato potrebbe avvenire in un qualsiasi territorio, città, abitazione (certamente non nella mia perché, con mio marito, apparteniamo alla categoria dei genitori attenti) e sono pronta ad intervenire per quanto di mia spettanza. Comunico fin da ora all’archeologa Lara Croft se sarò pronta a costituirmi parte civile al suo fianco, ma anche nel caso in cui lei ritenga di non sporgere denuncia, contro gli autori del crimine.
Paola Petrucci, consigliera di parità della Regione Marche