Tonya, il nuovo film di Craig Gillespie (al cinema dal 29 marzo) racconta la rapida ascesa e l’ancor più rapida caduta della pattinatrice olimpica su ghiaccio Tonya Harding (interpretata dalla bellissima e talentuosa Margot Robbie, qui candidata come miglior attrice), la prima atleta nella sua disciplina ,e ancora una delle poche esistenti , ad aver eseguito un triplo axel durante una competizione.
Nonostante lo straordinario talento, Tonya Harding è passata alla storia per lo scandalo sportivo che la vide coinvolta assieme al marito Jeff (Sebastian Stan).
Era il 1994. Tonya fu accusata di essere stata a conoscenza del piano che l’uomo, insieme s Shawn Eckhardt (Paul W. Hauser), aveva architettato ai danni della sua temuta avversaria Nancy Kerrigan (Caitlin Carver), gambizzata fuori dagli spogliatoi con l’intento di non permetterle di partecipare ai Giochi olimpici invernali.
Ovviamente l’allontanamento dalle competizioni sportive fu il minimo.
Ma il film si sofferma principalmente sulla vita della pattinatrice, dal rapporto con una madre/padrona (la bravissima e vincitrice dell’oscar Allison Janney) passando per i duri allenamenti fino al matrimonio con un uomo che la sottometteva come faceva la madre.
Il regista Craig Gillespie con il suo film non vuole di certo scagionare Tonya Harding dalle sue colpe ma, raccontandoci la versione dei fatti, umanizzare una figura femminile distrutta dai media , con un’infanzia turbolenta e una madre pessima.
Il film, alternato a interviste delinea il ritratto tragicomico di un’atleta, grezza e sboccata, che sicuramente poco si addiceva alla grazie e signorilità del pattinaggio, cresciuta con un sogno per cui ha impegnato tutta se stessa, ( straziante la reazione di Tonia quando capisce che non potrà più pattinare a livello agonistico “non so fare altro”) sostenuto e poi fatto a pezzi da una società che da sempre ha bisogno di creare i suoi miti per poi distruggerli.