Tra i bandi agricoltura 2018 c’è anche quello per richiedere gli aiuti previsti dal Fondo di solidarietà nazionale per i danni subiti dalle aziende e dalle cooperative agricole a seguito della siccità primaverile ed estiva del 2017. C’è tempo fino a lunedì 9 aprile per la presentazione delle domande.
Il fondo per l’agricoltura
Il ministero dell’Agricoltura ha riconosciuto, il 13 febbraio scorso, l’eccezionale avversità atmosferica che ha interessato le Marche dal 21 marzo al 21 settembre dello scorso anno, su indicazione della Regione che aveva segnalato i danni subiti dal settore agricolo su tutto il territorio marchigiano. Le aziende interessate dovranno presentare richieste e documentazione attraverso il portale Siar (info 071 8063887).
“Abbiamo subito un danneggiamento importante della nostra capacità produttiva che ha creato notevoli difficoltà alla ripresa dei singoli settori coinvolti – afferma la vice presidente Anna Casini, assessore all’Agricoltura – Gli aiuti che verranno concessi favoriranno la ripresa delle produzioni e dell’intero settore primario, in quanto la siccità ha aggravato le criticità determinate dal terremoto, dalle eccezionali nevicate del gennaio 2017 e delle successive gelate dell’aprile 2017. Un quadro complesso che ha penalizzato, oltre modo, l’agricoltura marchigiana e che ora sosterremo con gli aiuti del Fondo nazionale”.
Gli indennizzi
Verranno indennizzati i minori redditi per le perdite di produzione e i maggiori costi causati dalla siccità. L’entità dei contributi sarà determinata dopo il riparto del Fondo nazionale, sulla base delle somme destinate alla Marche.
Le aziende indennizzate dovranno aver subito danni superiori al 30 per cento della produzione media annua. Le colture interessate sono il girasole, il mais, le piante portaseme, la vite, le frutticole, le foraggere avvicendate, i prati pascolo, le orticole da pieno campo, oltre l’apicoltura. La stima dei danni segnala perdite del 50 per cento nelle foraggere, del 45 per cento nel girasole, del 40 per cento nel mais, del 35 per cento nelle ortive, oltre il 30 per cento nella viticoltura.