Nuova legge elettorale, ecco il Rosatellum bis. Ma come funziona e soprattutto, come dovranno votare gli italiani dopo questo cambiamento? Scopriamolo insieme
Nuova legge elettorale, alla scoperta del Rosatellum bis
Il Rosatellum bis ha avuto l’approvazione con 214 Sì, 61 No e due astensioni. La nuova legge elettorale è stata appoggiata dal Pd, Forza Italia, Lega, e Alternativa Popolare mentre è stata ostacolata fortemente dal Movimento 5 Stelle. Essa sostituisce l’Italicum modificato dalla Corte Cosituzionale della Camera e il Consultellum per il Senato. Stiamo parlando di un sistema misto e proporzionale e maggioritario. Qui un terzo dei deputati e senatori viene eletto in collegi uninominali, con i rimamenti due terzi eletti con un sistema proporzionale di lista.
Ma come vengono distribuiti i seggi? I 630 della Camera dei Deputati saranno assegnati in questo modo: 232 collegi uninominali di cui 6 al Trentino Alto Adige, 2 al Molise e 1 per la Valle D’Aosta. A seguire 386 in circa 65 collegi plurinominali da definire con legge delega e 12 nella circoscrizione estero. Spostandoci ai 315 seggi del Senato, la divisione avverrà secondo il seguente criterio: 116 in collegi uninominali (6 al Trentino Alto Adige, 1 per il Molise e 1 per la Valle D’Aosta), 193 in piccolo collegi plurinominali e 6 nella circoscrizione estero
Niente voto disgiunto
Il voto potrà essere espresso su una sola scheda e sarà vietato il voto disgiunto. Quindi, a differenza del Mattarellum, non sarà possibile votare un candidato nel collegio uninominale e una lista a lui non collegata nella parte proporzionale. Una novità non da poco
Le coalizioni
Tornano nella scheda elettorale le coalizioni, ossia un gruppo di liste che possono sostenere un unico candidato nell’uninominal ma correre per sè nel proporzionale. I partiti coalizzati possono sciogliere l’alleanza in qualsiasi momento. Questo perchè la Costituzione non prevede il vinvolo di mandato dando alle Camere autonomia.
La soglia di sbarramento e la base regionale per il Senato.
Il Rosatellum ha una soglia di sbarramento del 3% su base nazionale nella quota proporzionale, sia alla Camera che al Senato. Esiste un’altra soglia del 10% per le coalizioni (in questo caso una lista deve aver superato il 3%). Una sostanziale differenza è quella che il Senato, secondo la Costituzione, deve essere eletto su base regionale.