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Le politiche delle banche centrali sembrano continuare a dare i loro frutti e gli investitori continuano a mostrare interesse per il mercato azionario e tutto ciò che gli gravita attorno. Viene da chiedersi fino a quando reggerà questa situazione: ci sarà un tracollo simile o addirittura peggiore rispetto a quello del 2007, oppure ormai è stato trovato “l’antidoto” per qualsiasi fattore destabilizzante come ad esempio guerre, dissesti finanziari e paesi a rischio default? 

Negli ultimi anni siamo stati testimoni di qualsiasi follia, mentre ora nulla sembra scalfire i mercati, nemmeno le schermaglie USA-Corea, e il mondo della finanza prosegue indifferente la propria corsa al rialzo. 

È interessante notare che il rialzo interessa diversi indici in vari settori di mercato. Osservando l’azionario tramite l’applicazione fornita da Google, oppure anche l’oro o le materie prime come il petrolio, senza contare le attualissime criptovalute o le valute su metatrader 4 si può notare che l’indice SPX di SP500 è passato dai 720 punti di inizio 2009 agli attuali 2560, mentre il petrolio è salito dai 42$ al barile di giugno agli attuali 52$. 

L’indice delle materie prime, il DJP, da 21,62 a giugno ha ora raggiunto quota 23,54, mentre l’oro partendo dai minimi di fine novembre 2016 a 1045 è salito fino agli attuali 1282. Inoltre, i titoli di stato americani (TLT) fanno registrare attualmente 125 punti: quest’ultimo dato è coerente con il rialzo dell’euro nei confronti del dollaro, da 1,033 di inizio 2017 agli attuali 1,1794.

Generalmente alcuni di questi strumenti sono inversamente correlati, come ad esempio l’oro, considerato bene rifugio e che in passato ha registrato un andamento opposto a quello azionario. Questa considerazione ci porta a pensare che l’attuale tendenza al rialzo possa essere considerata un’anomalia.

Azioni, criptovalute, oro: cosa aspettarsi?

È molto difficile fare previsioni: stando ai risultati degli ultimi anni sembrerebbe che gli investimenti a medio/lungo temine paghino ancora considerevolmente. I governi hanno fatto e faranno sempre di tutto per sostenere i mercati. Probabilmente i massicci investimenti in diversi mercati sono dovuti in gran parte alla immane stampa di moneta, ma è possibile spiegare l’intera situazione con questo fatto?

Bisogna inoltre considerare le criptovalute, oramai un argomento estremamente gettonato con notizie di fortunati possessori di Bitcoin, acquistati per pochi dollari qualche anno fa, all’ordine del giorno. Ciononostante, l’economia reale e la finanza continuano a essere completamente scollegate: mentre il PIL sale, i giovani continuano ad avere sfiducia nel futuro.

Conclusioni

La tecnologia oggi ci costringe a essere sempre in movimento e ad adattarci a cambiamenti sempre più veloci. In fin dei conti la crisi non è che questo: una mancata capacità di adattamento ai tempi. Pensiamo all’esempio delle stampanti 3D per abitazioni: con queste tecnologie, che ci sembrano oggi incredibili, i costi per la costruzione di nuove abitazioni potrebbero diminuire anche del 70%, portando ad un crollo del valore di quelle già esistenti. La sensazione è che con il passare del tempo diventi sempre più rischioso fare investimenti a lungo termine, con il caso degli immobili in Italia a fare da esempio calzante. Sarebbe forse meglio considerare di investire in prodotti e strategie a breve/medio termine in modo da ripararsi dalle turbolenze, non tanto dei mercati ma quanto dei tempi.

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