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“La città di Oslo è avvolta nel buio e i primi fiocchi di neve cadono leggeri imbiancando le strade. Birte Becker è appena tornata a casa dal lavoro quando, fuori dalla propria finestra, nota un pupazzo di neve che sembra scrutarla. Poche ore dopo, Birte scompare senza lasciare traccia. Unico indizio, un pupazzo di neve avvolto nella sciarpa della donna, all’interno del quale viene ritrovato anche il suo cellulare. Il commissario Harry Hole, chiamato per indagare sulla misteriosa scomparsa, si getta a capofitto nel caso per sfuggire ai fantasmi che lo perseguitano giorno e notte..”. Questo è stato l’incipit del libro più famoso dello scrittore norvegese per eccellenza: Jo Nesbo. Uscito 10 anni fa, The Snowman, fa parte di un ciclo di romanzi legati al protagonista assoluto dello scrittore: Harry Hole. La trasposizione cinematografica ha tardato ad arrivare, e forse con qualche inciampo. Ma andiamo con ordine.

La trama

Il film racconta essenzialmente di un assassino seriale che prende di mira mogli volubili, madri di figli di sospetta paternità.

A capo della polizia c’è l’alcolista Hole, dove è entrata la poliziotta Katrina (Rebecca Ferguson). Purtroppo lo spettro della sua tormentata storia d’amore con Rakel (Charlotte Gainsbourg) stanca di vivere accanto a un alcolista, e i suoi demoni interiori renderanno la vita del protagonista travagliata.

Recensione

Purtroppo di recente si è venuti a sapere che Jo Nesbø, esponente di punta del noir scandinavo, si è dichiarato poco interessato a vedere il film tratto dal suo romanzo (e magari non a torto). Nel portare il libro sullo schermo, lo svedese Tomas Alfredson sembra che abbia perso di vista l’essenziale. Molti tagli al testo, e immotivate variazioni alla narrazione non hanno aiutato la sempre convincete interpretazione di Fassbender, il quale da corpo e anima ad un poliziotto dall’animo spezzato e tormentato.

Senza dubbio Hole è questo, ma anche molto di più: un detective dall’istinto infallibile, un essere in bilico fra luci e ombre. Quindi il dilemma sorge spontaneo, rimane sempre più difficile rimanere fedeli ad un libro o le idee cinematografiche non reggono mai il confronto con la carta stampata e l’immaginazione del lettore?

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