COMUNANZA – Nel ricordo di Fabrizio De Andrè, Comunanza ha reso omaggio alla sua figura e alla sua opera organizzando, grazie alla Pro Loco, un concerto che si è tenuto il 7 agosto scorso e che ne ha raccontato la vita, la musica, le esperienze e le passioni che lo hanno reso unico e universale. Interprete e in alcuni casi anticipatore dei mutamenti e delle trasformazioni della contemporaneità. Un De Andrè non facile da cantare e interpretare. Ed allora, chi ha “osato” sfidare ilgrande poeta-autore genovese cantando le sue canzoni? Un cardiologo. Si, avete letto bene. Un cardiologo: Carlo Bonanni voce e ideatore dello spettacolo, che al di là della sua rinomata ed affermata professionalità, come cardiologo presso l’ospedale Civile di Ascoli, ha dimostrato eccezionali doti di affermato interprete canoro e di musicista.
PROFESSIONISTI DELLA MUSICA – Carlo Bonanni si è avvalso, in questo suo impegno artistico, di un gruppo di affermati musicisti quale “Caro De Andrè” composto da dieci veri professionisti della musica. Eccoli. presi e annoverati singolarmente: Carlo Bonanni (voce-chitarra), Michela Alessandrini (flauto), Gionni Di Clemente (chitarre-Oud-bouzoe mandolino). Florindo Terrani (tastiere e fisarmonica), Massimo Liverotti (chitarre e bouzouki), Andrea Basili (basso), Roberto Rocchetti (violino), Giovanni Damiani (batterista) Fabio Andrenacci (percussioni) e Tiziano Marilungo (voce).
L’INTERVISTA – Quindi, un cardiologo alle prese con il grande De Andrè. Ma sentiamolo nella intervista che ci ha rilasciato.
Dottore, come nasce la passione per la musica lei che ha già una sua collocazione: la medicina? “La medicina è un’arte e non è una scienza esatta come la musica”.
Quando ha capito, invece, che la musica sarebbe stata la sua seconda passione? “Il giorno che ho scoperto l’esistenza di Fabrizio De Andrè. Avevo 15 anni”.
Perché proprio De Andrè? La consideri come un’intuizione. Poi, invece, capii che era la mia letteratura. Alvaro Mutis, poeta colombiano che ha ispirato Anine Salve, ultimo capolavoro di De Andrè scrisse: uno dei pochi motivi per continuare a vivere questa abbagliante testimonianza dei sensi (riferito alle minoranze) è la loro comunione col cordone del mondo”.
Come concilia il suo impegno di cardiologo-cantante musicista? Tempo tiranno per dedicarsi più del dovuto alla musica. Per cui, serate limitate e di qualità. Insomma, si cerca di conciliare le due cose senza farsele mancare “.
Se dovesse scegliere o fosse obbligato per motivi professionali, a quale delle due passioni rinuncerebbe? “Fosse per me non rinuncerei a nessuna delle due. Se poi fossi costretto, per l’alimentazione dell’anima rinuncerei al cardiologo medico. Per sopravvivere faccio il medico anche se fare il medico è la cosa più bella”.
Si sente appagato dalle scelte fatte? Direi di si. Siamo un gruppo omogeneo e coeso. Grazie a loro e alle canzoni di De Andrè se ho conosciuto tanti amici”.
(Giuseppe Capasso)