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Lombardia, Campania e Lazio: l’attenzione degli studi sul gioco d’azzardo italiano si concentra su queste tre regioni, che in effetti raccolgono il 40% del denaro mosso dal settore. Un’abitudine che non rende giustizia ad altre zone d’Italia, interessate al fenomeno ma penalizzate da una minore densità di abitanti. Che non è sinonimo di minore propensione per le scommesse.

E le Marche ne sono un caso emblematico.

A livello nazionale l’industria dell’azzardo ha prodotto un volume di gioco da 96 miliardi di euro, chiudendo l’anno 2016 con numeri da record. Dall’analisi dei dati rielaborati da Gaming Report emerge “una netta propensione dei giocatori per le slot machine e gli apparecchi elettronici, corrispondenti al 58% del totale”. Per rendere l’idea della crescita del settore, basti pensare che nel 2008 la raccolta non raggiungeva la metà del valore attuale. In questo contesto le Marche non vengono accreditate di una posizione di rilievo. Come anticipato in precedenza, Lombardia, Campania e Lazio arrivano a circa 27 miliardi di euro. Con Milano e dintorni a monopolizzare l’attenzione degli esercenti, toccando quota 14,5 miliardi. Le Marche invece non arrivano a 2 miliardi di euro, piazzandosi in dodicesima posizione nella graduatoria nazionale. Non lontano dal decimo posto, ma comunque sotto la media italiana. Quasi a far pensare che problemi come ludopatia e gioco illegale possano riguardare altre regioni e realtà ben diverse nella penisola. Quasi.

Se si considera la spesa pro capite, andando quindi a valutare il reale impatto del gioco d’azzardo sulla vita degli abitanti, si ha una spiacevole sorpresa. Le Marche risalgono infatti fino alla sesta posizione, con un esborso annuo di 359€ per cittadino. La media nazionale è di 339€, lasciando intendere quanto la situazione non sia poi così sotto controllo nella regione. Che rimane sì dietro ai leader citati in precedenza, ma supera realtà molto più prese in considerazione, come Piemonte, Toscana e Veneto. Segno che forse sarebbe ora di considerare il peso dei numeri marchigiani, inseribili di diritto nelle zone da “bollino rosso” della ludopatia. Le autorità locali si stanno attrezzando per allinearsi alle disposizioni di altre regioni, come il distanziometro e l’introduzione di sistemi di prevenzione all’azzardo patologico. Un primo passo per porre rimedio alla situazione, forse sottovalutata fino a pochi mesi fa.

Diversa la situazione per quanto riguarda le nuove disposizioni legislative del governo. Le Marche possono beneficiare del rinnovamento dei sistemi per prevenire il riciclaggio di denaro tramite slot machine, una piaga diffusa in tutto il Paese. Nuovi provvedimenti utili per gli esercenti, che potranno avere maggiori informazioni sulla circolazione del denaro, e per i giocatori, tutelati nelle loro puntate. Allo stesso modo non dovrebbero sentire gli effetti della riduzione del numero di apparecchi, non presentando centri con particolare densità di videolottery. Potrebbe presentare qualche difficoltà in più l’aumento della tassazione su slot machine e lotterie di vario genere, senza però avere gli effetti attesi su altre regioni. Nelle prossime conferenze unificate, le Marche vedranno se sarà possibile raggiungere un accordo con le grandi potenze difendendo i prossimi interessi. Mostrando le statistiche aggiornate, che mostrano una realtà differente da quella dipinta in passato. Solo in questo modo la regione potrà tutelare i propri cittadini.

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