La Pasqua ad Ascoli è una festa in cui sacro e usanze popolari si uniscono, andando a formare quel bagaglio di tradizione che viene tramandato di generazione in generazione e che fa parte del nostro DNA.
Così come il Natale e il Carnevale, anche la Pasqua non fa eccezione ad Ascoli, portando con sé usanze e specialità culinarie che hanno fatto la storia del Piceno, ma che spesso purtroppo finiscono nel dimenticatoio.
Mentre resistono la classica scampagnata del Lunedì di Pasqua e la gara di “scoccetta”, alcune tradizioni invece sono andate perdute e ormai appartengono alla categoria dei ricordi da parte dei nostri genitori e dei nostri nonni.
Molti piatti tradizionali della Pasqua sono scomparsi dalle tavole sia casalinghe che dei ristoranti Ascoli, così come usanze che qualche decennio fa facevano la felicità soprattutto dei più piccoli.
Pasqua ad Ascoli: piatti e usanze
Mentre i media e negozi ci bombardano con immagini e pubblicità di prodotti pasquali di largo consumo, facciamo un passo indietro e vediamo come la festività ad Ascoli era vissuta fino a qualche anno fa.
Sia in città ma soprattutto nei paesi, a inizio Quaresima i bambini erano soliti mettere in un vasetto (spesso un barattolo) semi di grano, di cicerchia, di lenticchia o legumi vari. Il contenitore veniva poi posto in un luogo caldo per favorire la crescita dei semi.
La sera della Passione qualche vasetto veniva posto sull’altare, ma la vera festa era la mattina di Pasqua quando ogni bambino si recava in chiesa con il suo contenitore fiorito e veniva così allestito l’addobbo dall’ingresso fino all’altare.
Era una vera e propria gara per chi avesse la composizione più bella. Ancora oggi alcuni parroci mettono sull’altare nel periodo della Quaresima dei rami secchi che durante i quaranta giorni rinverdiscono e fioriscono, segno della vita che rinasce e della resurrezione.
Per quanto riguarda gli aspetti più profani, i bambini si divertivano anche a colorare le uova sode con svariate foglie: di verza se si volevano fare verdi, di cipolla per farle rosa, con fiori di glicine per farle viola e con fiori di cime di rapa per farle gialle.
Al mattino della domenica di Pasqua si imbandiva la tavola con pizza col formaggio, la pizza pasqualina (uova, uva secca e canditi), piconi e pane e salame. Con le uova colorate poi si giocava alla tradizionale “scoccetta” con parenti e amici.
Il lunedì poi si organizzava la tradizionale scampagnata all’aperto, per la gioia dei bambini che potevano giocare alla campana, nascondino e alla corda. Usanze queste alcune ancora attuali altre andate perse, per una Pasqua ad Ascoli che univa l’aspetto sacro a quello conviviale.