ASCOLI PICENO – La questione Innocenzi ha sollevato un vero e proprio polverone sulla Quintana di Ascoli. A tal proposito, ha voluto dire la sua Micaela Girardi, membro dell’Assemblea Regionale del Partito Democratico. L’esponente nella nota, affronta i temi doping e politica, e critica aspramente le modalità con cui è stata affrontata la delicata vicenda.
INCOMPATIBILITA’ POLITICA-GIOSTRA – Ecco alcuni stralci del comunicato a firma di Micaela Girardi. “Condivido le dichiarazioni di Marco Regnicoli della Lista civica L’Alveare sulle incompatibilità dei politici nel ricoprire ruoli nella Giostra storica e trovo che siano proprio questi nodi irrisolti che rischiano di arrecare discredito alla Quintana, per questioni sorte altrove. Aggiungo che apprezzo l’intervento della senatrice Silvana Amati, eletta nel PD perché ha ben evidenziato la netta distinzione tra la recente questione giuridico/processuale di un cavaliere per fatti di doping e la questione della onorabilità della giostra storica, che dovrebbe esprimere valori nobili e positivi, prevenendo ogni dubbio di scorrettezza verso i partecipanti più deboli e cioè gli animali”.
DOPING – “Biasimevole – invece – ciò che è avvenuto ad Ascoli: nel settembre 2011 il Tribunale di Perugia ha condannato vari imputati tra cui il cavaliere ingaggiato dal Sestiere Porta Solestà, proprio per fatti di doping a cavalli. Nella motivazione della sentenza penale, pubblicata da siti internet di informazione locali e nazionali, sono riportati estratti determinanti di intercettazioni telefoniche. Non si tratta quindi di intercettazioni trafugate abusivamente. Il quadro delle relazioni che ne emerge è davvero triste. A fronte di ciò, il capo sestiere di Porta Solestà, nonché Assessore all’Urbanistica del Comune di Ascoli Piceno, ha assunto ripetute posizioni pubbliche nel merito della vicenda penale del cavaliere, dichiarandosi certo che non sussisterebbe la colpevolezza del cavaliere e aggiungendo che comunque il decorso del tempo avrebbe estinto il reato per prescrizione. Considerazioni legittime se provenienti dal legale del cavaliere, discutibili se dall’Assessore all’Urbanistica della città e Capo di un Sestiere della Giostra storica”.
SENTENZA DISATTESA – “Entrata in vigore l’Ordinanza Martini nel luglio 2011 e pubblicata la sentenza di condanna nel settembre 2011, cosa ci si attendeva: anzitutto che fosse almeno sospeso qualunque contratto che tra il Sestiere e il Cavaliere; e soprattutto che l’Ente Quintana avesse avviato un dialogo “istituzionale” con il Ministero per concordare in anticipo la soluzione del caso, informandone la comunità ascolana. Niente di tutto ciò ci risulta che sia avvenuto”.
MANCATA TRASPARENZA – “Si è verificato anche un fatto assai curioso: all’Ordinanza del Ministero è conseguita una delibera dell’Ente Quintana contro la quale il Sestiere ha presentato ricorso in Tribunale. Appena accolta l’istanza di sospensiva che ha riammesso il cavaliere all’edizione di luglio, il Sestiere si è affrettato a dichiarare che il Cavaliere avrebbe gareggiato con il cavallo di riserva e dunque non sappiamo se il cavallo principale sia stato comunque sottoposto alle verifiche antidoping. Segnalo infine, che, a prescindere dall’esito giudiziario, l’Ordinanza del Ministero del luglio 2012 è di interesse pubblico e l’Ente Quintana avrebbe dovuto spontaneamente consentirne la lettura alla cittadinanza”.