Insieme a Tom Hank e Felicity Jones percorriamo Firenze, Venezia e Istanbul, nel nuovo film ispirato al 3 libro di Dan Brown.
Nel primo film uscito nel 2006, Il Codice da Vinci lo avevamo visto passare dalla Scozia all’Inghilterra fino al Louvre di Parigi in compagnia di Sophie Neveu (Audrey Tatou) per scoprire il mistero che circondava il Santo Graal.
Tre anni dopo Angeli e Demoni (in realtà prequel, in quanto scritto anni prima del Codice) lo aveva portato a Roma, per sventare una trama tutta interna al Vaticano.
Oggi, a dieci anni dall’inizio della trilogia diretta sempre da Ron Howard, ritroviamo Tom Hanks nei panni del Robert Langdon, il professore inventato da Dan Brown in una avventura che si sviluppa dalla nostra bellissima Firenze – passando per Venezia, Ginevra e l’Ungheria – fino alla Turchia di Istanbul.
L’avventura su cui il film si basa ci mostra il nostro protagonista affetto da una amnesia che gli renderà molto arduo capire perché si sia risvegliato in un ospedale di Firenze, dove alcuni uomini misteriosi sembrano volerlo uccidere o quantomeno catturare. Grazie all’aiuto di un medico Sienna Brooks (Felicity Jones) dovrà lanciarsi nell’ennesima caccia al tesoro – tra i nostri splendidi saloni fiorentini, le basiliche veneziane e moschee turche – ancora una volta intrecciati ai misteri nascosti nella vita e nell’opera di Dante Alighieri La Divina Commedia , le cui immagini criptiche sembrano non voler abbandonare la mente dello studioso, il quale per la maggior parte dell’inizio del film ha allucinazioni ‘Infernali’.
Le vere ‘bellezze’ del film cominciano dalla maschera mortuaria del poeta fiorentino, conservata nel Palazzo Vecchio di Firenze e alla quale Hanks e Jones arrivano dopo aver studiato la mappa dell’Inferno disegnata da Botticelli (il cui originale è conservato nella Galleria degli Uffizi). Le prime piste li guidano dal Salone dei Cinquecento – costruito nel 1494 durante la repubblica di Savonarola – e dal dipinto de La vittoria di Cosimo I a Marciano in Val di Chiana, capolavoro del Vasari noto anche come La battaglia di Scannagallo (dal nome della stessa Battaglia di Marciano combattuta il 2 agosto 1554), fino allo stesso Corridoio Vasariano, passaggio segreto commissionato da Cosimo dè Medici per accedere direttamente alla residenza di Palazzo Pitti, e allo splendido Giardino di Boboli, dove i due sono oggetto di una caccia molto particolare…
Per chi non avesse avuto l’occasione di seguire per intero la trilogia di Howard o letto i libri non deve privarsi del piacere di vedere Inferno al cinema. Non si tratta solo dell’ennesima spy story infarcita qua e là di cultura al solo scopo di placare i critici; è un vero omaggio alla nostra cultura, alla nostra storia e anche un modo per ristudiare ( o per conoscere per la prima volta) ciò che spesso dell’Italia ci dimentichiamo che ci sia: l’arte. E non è una coincidenza che il anche il cinema sia considerata la settima ‘arte’.