ASCOLI PICENO – Terremoto, la terra non smette di ballare a distanza di otto giorno dal terremoto che ha causato quasi trecento morti. Nel frattempo, proprio a causa delle numerose scosse che stanno continuando a interessare la zona del cratere e quella limitrofa, uno dei versanti del monte Vettore è scivolato di circa 10 centimetri. La rottura della faglia, individuata sul Monte Vettore, è avvenuta a profondità inferiori ai 10 chilometri. E che quindi la scossa sia particolarmente violenta. Nel sottosuolo, la faglia che si è rotta è scivolata verso il basso di circa un metro. Le immagini trasmesse dai satelliti ed elaborate dall’Ingv e dal Cnr hanno mostrato che il terreno, in superficie, si è abbassato di 20 centimetri all’altezza di Accumoli e si è spostato verso est di 16 centimetri. Il versante orientale del Monte Vettore è scivolato di circa dieci centimetri, in un’area di circa 800 metri per 600.
Il terribile terremoto del 24 agosto, oltre alla rottura della faglia, ha provocato una serie di fenomeni geologici che si stanno analizzando adesso con dettaglio anche grazie al supporto dei dati satellitari”, – ha spiegato Riccardo Lanari, direttore dell’Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Irea/Cnr) di Napoli e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). “Tra i più rilevanti c’è lo ‘scivolamento’ di circa una decina di centimetri di parte del versante del monte Vettore”. I confronti delle immagini radar acquisite dai Cosmo-SkyMed il 20 agosto 2016 e il 28 agosto, evidenziano infatti i cambiamenti del terreno con una precisione centimetrica, non solo le rotture dovute al movimento della faglia. “Sono emersi fenomeni molto localizzati ma comunque importanti e lo scivolamento del monte Vettore non l’unico ma ne stanno emergendo altri. A valle di questi rilievi adesso si attiveranno una serie di azioni per garantire la sicurezza di queste aree”.
LE REPLICHE, SITUAZIONE NORMALE – Nonostante lo stillicidio di tremori, gli esperti considerano normale l’andamento dello sciame. Non ci sono al momento segni dell’attivazione di altre faglie, vicine a quella “colpevole” della tragedia del 24 agosto. “In alcuni momenti abbiamo superato la frequenza di una scossa al minuto, anche se molto piccole” ha raccontato su Facebook Alessandro Amato, geologo dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) e direttore del Centro nazionale terremoti. “Oltre al calo del numero di terremoti, è importante che stia diminuendo l’energia rilasciata. Cinque giorni fa era il decuplo”. Massimo Cocco, un altro sismologo dell’Ingv che sta seguendo lo sciame, spiega che è “normale, anche a un mese dalla scossa principale, che si raggiungano magnitudo alte, anche fino a 4. I modelli teorici ci spiegano che a diminuire di norma è piuttosto il numero delle scosse. E questo sta effettivamente avvenendo”.
Gli esperti dell’Ingv stanno intanto cercando di tracciare la carta d’identità di questo terremoto. La zona è notoriamente calda. Qui la pericolosità sismica è massima: L’Aquila nel 2009 (magnitudo 6,1), Colfiorito nel 1997 (6), Norcia nel 1979 (5,8) e Gualdo Tadino nel 1998 (5,1) sono i più forti fra i terremoti recenti. L’Usgs, il servizio geologico del governo americano, ha provato a descrivere la geologia dell’Appennino centrale, una zona terribilmente complessa con faglie attive che si susseguono anche ogni 5-10 chilometri a causa dell'”immersione della placca Adriatica sotto all’Eurasia, del movimento degli Appennini da Est a Ovest, della collisione fra l’Africa e l’Eurasia che spinge la catena alpina verso Nord e dell’allargamento del bacino tirrenico”.