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De Rossi ci risiamo. L’espulsione rimediata dal centrocampista giallorosso martedì scorso nel ritorno del playoff contro il Porto, con i capitolini che poi hanno salutato la Champions League, ha fatto ritornare in mente a tanti tifosi, non solo quelli romanisti, le tante follie di un giocatore che sembra avere nella gestione mentale di un match il suo limite più grande. Ecco quindi che Capitan Futuro, ma per l’occasione con la fascia al braccio visto che Totti era in panchina, con la Roma sotto per una rete a zero ma con tutto il tempo per recuperare contro i lusitani, al 39′ del primo tempo si rende protagonista di una entrataccia sulla trequarti avversaria ai danni di Maxi Pereira, che gli costa il rosso diretto. Al terzino portoghese non va tanto meglio : già a bordo campo l’edema (cos’è l’edema?) sulla gamba destra è evidente, con la diagnosi poi che parlerà di una ferita lacero-contusa con una profonda lussazione del tendine tibiale posteriore, con conseguente stop di circa tre mesi.

Una follia pagata cara – Lo sguardo sconsolato di mister Spalletti dopo l’entrataccia del suo giocatore vale più di mille parole. Daniele De Rossi lascia l’Olimpico a testa bassa, mentre il pubblico sugli spalti rimane attonito. Ci penserà poi il subentrato giovane terzino Emerson Palmieri a completare l0opera, rimediando anche lui un rosso diretto ad inizio ripresa lasciando i compagni in nove e tagliando di pratica le gambe ai giallorossi che da li a poco incasseranno altre due reti. La Roma così dice addio alla Champions, obiettivo fondamentale per una stagione che non inizia di certo nel migliore dei modi, tradita da uno dei suoi simboli che però non è nuovo a questi colpi di testa.

I limiti di De Rossi – Su De Rossi tanto si è scritto in questi anni. Come Totti ha sempre giocato solo con la maglia giallorossa, facendo tutta la trafila delle giovanili fino ad imporsi in prima squadra. Centrocampista di quantità ma anche di discreta qualità, negli ultimi anni si è dimostrato indispensabile alla causa romanista grazie anche alla sua duttilità. Quello che però ha lasciato spesso perplessi è la sua tenuta mentale. Nella sua ormai lunga carriera infatti De Rossi si è reso spesso autore di gesti violenti ed insensati, anche in partite delicatissime e fondamentali come quella  contro il Porto, che hanno evidenziato come il ragazzo spesso, nonostante l’esperienza accumulata, non riesca a gestire la pressione lasciandosi così andare a vere e proprie follie.

14 cartellini rossi – Sono ben 14 i cartellini rossi rimediati dal centrocampista nella sua carriera, sia con la maglia della Roma che con quella della Nazionale, di cui ben dieci diretti. La prima frittata importante fu nel lontano 2006 in Europa League sul campo del Club Brugge dove lasciò i suoi in dieci per un rosso diretto al 27′. Nel giugno dello stesso anno poi, durante il poi vittorioso Mondiale tedesco, ecco la gomitata rifilata allo statunitense McBride che gli costarono 4 giornate di squalifica e le critiche di una nazione intera. Nel 2012 poi un pugno in faccia al laziale Mauri durante il derby gli fece guadagnare gli spogliatoi al 47′, con la Roma che poi perse per tre reti a due. Comportamenti inconcepibili che però portano data anche più recente, come il rosso contro la Juve nel 2014 per un fallaccio su Chiellini o quello un anno dopo con la Nazionale contro la Bulgaria in un incontro di qualificazione. Una lunga scia di espulsioni culminate poi con l’entrataccia su Maxi Pereira, ennesimo episodio che ha evidenziato tutti i limiti di un giocatore che non riesce ad diventare un leader.

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