ASCOLI PICENO – Seduta straordinaria aperta del consiglio comunale questa mattina, 23 novembre, alle 9 su due temi caldi: illuminazione pubblica e accorpamento dei plessi scolastici. Consiglio infuocato nonostante l’orario insolito e per niente facile in vista della partecipazione della cittadinanza. Nella prima parte della seduta, il dibattito, durato circa 3 ore, si è concentrato sul problema del passaggio dell’illuminazione pubblica del comune di Ascoli alla tecnologia al led. Se è vero che in tempo di smart city in tutta Italia si stanno sperimentando sistemi di illuminazione innovativi e decisamente “smart” appunto, e se da Monza a Catania si moltiplicano i progetti che integrano sensori e illuminazione per migliorare qualità di vita e finanze pubbliche, è vero anche che nell’ascolano il cambiamento non sembra – al momento – essersi rivelato così intelligente. Da un lato l’amministrazione comunale che si dice aperta al confronto e alle critiche, in vista di una sperimentazione progressiva e di un rafforzamento delle zone più critiche, dall’altro un’opposizione capeggiata come sempre da democratici e grillini che sbandiera la mancata programmazione e l’affidamento per i prossimi 19 anni della gestione della pubblica illuminazione a una società, la Ecoinnova, che ha a sua volta affittato un ramo d’azienda a un’altra realtà, chiamata Innova Light per la parte operativa che a sua volta ha subappaltato i lavori all’esterno. Insomma un giro immenso che rischia, a detta dell’opposizione, di trasformarsi in una “questione Saba II”, con una gestione non pubblica del settore – molto pubblico – dell’illuminazione urbana di questa città. Giudizi dei cittadini inclementi sull’operato dell’amministrazione per aver lasciato al buio interi quartieri della città, rendendoli molto meno sicuri per anziani, bambini e disabili e per aver oscurato un centro storico già molto in difficoltà. Dal canto loro, gli esercenti del centro storico annunciano la bella iniziativa “Adotta una rua, illumina una via” che sarà lanciata a breve.
L’APERTURA DEL SINDACO CASTELLI – “Noi vediamo la necessità di procedere in un modo che ci viene richiesto dal mondo – ha detto il sindaco -. Nei piani operativi regionali viene indicato con chiarezza che quelle città che aderiranno alle normative contenute nel patto dei sindaci saranno considerate più meritevoli sul piano finanziario. E noi abbiamo fatto questa scelta. La ricaduta sulla città di questo progetto è molto particolare. Stimiamo di limitare di oltre 2 milioni di kg di CO2 le emissioni nell’atmosfera. Questo è il motivo per cui abbiamo introdotto questa misura. Non c’è solo un vantaggiato ambientale ed economico, ma anche logistico perché si rende interamente automatico e programmabile lintero sistema di illuminazione. Il primo blocco di critiche è che la nuova illuminazione non è sufficiente, in questo caso è obbligatorio per noi intervenire e potenziare. Stiamo monitorando e siamo in larte già intervenuti, non si può pensare solo al risparmio”.
IL PUNTO TECNICO DELL’ASSESSORE – “Il comune di Ascoli ha un’estensione molto elevata con 11.800 punti luce – ha detto l’assessore Valentino Teca -, sappiamo che sia un grande problema per i cittadini vedere questo cambiamento nell’illuminazione. Vogliamo dare un’illuminazione che accontenti un po’ tutti”.
L’OPPOSIZIONE – “C’era bisogno prima di capire cosa si doveva fare nella città, non dopo – ha detto il consigliere Ameli -. Ormai siamo arrivati al paradosso per cui si paga di più il condominio perchè si è costretti ad accendere di più le luci nei palazzi”. “Io sono da sempre favorevole all’illuminazione al led e sono anche consapevole che c’è una legge regionale che disciplina questo settore – ha aggiunto Roberto Allevi – ma è la stessa legge regionale a stabilire che nel caso di luoghi sensibili i parametri possano essere modificati tenendo conto del contesto, dei monumenti, della comunità. In altre realtà i cambiamenti sono stati progressivi e ci sono state sempre delle sperimentazioni”. “Mi sorge una domanda – ha fatto eco Castiglia – perché non è stata scelta una gara di appalto pubblica che avrebbe consentito anche di sanare molti dei problemi che oggi sindaco si trova ad affrontare. Oggi ci troveremmo magari a discutere con un partner all’altezza. Opera light potrà gestire per i prossimi 19 anni il servizio di smart lighting?”. “Su questa questione noi ci siamo già mossi prima di entrare in consiglio comunale – ha chiarito il grillino Tamburri – parliamo di servizi fondamentali per la città e i cittadini, qui la sensazione sempre più netta è che non ci siano state valutazioni, tanto che stiamo facendo le sperimentazioni adesso, cosa che ci mette dei dubbi sul risparmio effettivo”. “Questa è una prassi per la politica italiana: creare l’emergenza e poi risolverla guadagnandoci – ha dichiarato Manni dei 5Stelle -qua rischiamo che ci sia una nuova Saba. Noi stiamo cercando di capire se la Sovrintendenza abbia dato il proprio parere sul centro storico e ancora, a oggi, non ho capito se il comune abbia un piano di classificazione delle strade: come si è potuta vambiare l’illuminazione se non c’era lo studio della strada?”.