ASCOLI PICENO – Ci sarà una partita nella partita questa domenica nella competizione delle elezioni Regionali. Se a meno di clamorosi ribaltoni non dovrebbe essere in discussione la vittoria del candidato Pd Luca Ceriscioli, sarà un numero a tenere tutti col fiato sospeso. Tutta colpa, oppure merito a seconda dei punti di vista, della nuova legge elettorale, votata in stragrande maggioranza (solo due contrari) dall’ultimo Consiglio Regionale lo scorso febbraio. Oltre al taglio dei consiglieri, da 42 a 30, la nuova normativa prevede infatti quattro tipi di premi di maggioranza in relazione alla percentuale raggiunta : se la coalizione vincente raggiungerà il 40% avrà 18 consiglieri, 17 se raggiungerà il 37%, 16 se arriverà al 34% mentre per un risultato inferiore i seggi verranno ripartiti in maniera proporzionale.
IL RISCHIO DI QUESTE REGIONALI – Come noto saranno in cinque a contendersi la poltrona di palazzo Raffaello nelle elezioni di domenica : Ceriscioli per il Pd, Spacca per Marche 2020-Area Popolare, Mentrasti per Sinistra Unita, Maggi per il Movimento 5 Stelle e Acquaroli per Lega-FdI. La grande particolarità di queste Regionali è vedere il Presidente uscente Spacca, reduce da due mandati, correre contro i suoi vecchi compagni di coalizione del Pd. Ed è proprio negli ultimi mesi che Gian Mario da Fabriano può aver compiuto un vero capolavoro politico degno del miglior Machiavelli : far votare al Pd una legge che, oltre al taglio dei consiglieri, prevedesse un premio solo al di sopra del 34% per poi candidarsi contro nella speranza di togliere così quei consensi necessari al Partito Democratico per raggiungere tale soglia. Ipotesi naturalmente.
SFIDA ALL’ULTIMO VOTO – Grazie a questa legge elettorale si rischierà di non avere una maggioranza ben definita tra una settimana. Facciamo due calcoli. Nelle Regionali del 2010 Spacca, allora col centro sinistra, vinse col 52% mentre il centro destra si fermò al 39,7% e il candidato della sinistra al 7,1%. Alle europee dello scorso anno il Pd arrivò al 45,4% nella nostra Regione, i 5 Stelle al 24,5% e Forza Italia ferma al 13%. Numeri questi che farebbero dormire a Ceriscioli sogni tranquilli ma la situazione adesso è cambiata. In primis c’è Spacca che correrà contro, ha delle liste a sostegno con politici importanti ed è pur sempre il Presidente uscente, quindi porterà via sicuramente voti al suo ex partito. In più il candidato grillino e quello della Lega toglieranno altri consensi ipotizzando che quello della sinistra rimanga sulla stessa percentuale. Infine l’effetto Renzi sembra essere svanito intaccando soprattutto la base storica del Pd che stenta a riconoscersi col nuovo corso del partito.
SCENARI POSSIBILI – Il rischio dell’ingovernabilità c’è e non è una ipotesi marginale. Arrivare anche con un solo consigliere di vantaggio non garantirebbe comunque quella tranquillità necessaria per governare. Se poi il Pd non dovesse arrivare al 34% allora avrebbe bisogno di formare una maggioranza di governo. Potrebbe rivolgersi alla Sinistra se riuscisse, come dovrebbe, a superare la soglia di sbarramento del 4% mentre il Movimento 5 Stelle non sarebbe una scelta affidabile. Ed ecco che quindi tornerebbe in gioco con un ruolo fondamentale Spacca, in un riproporsi quindi in scala regionale dell’alleanza, che tanto fece discutere, tra Bersani prima e Letta poi con Berlusconi. Discorsi da fantapolitica ? Probabile, l’unica cosa sicura è che saranno le Regionali più interessanti dalla fine della prima Repubblica.