ASCOLI PICENO – Piero Celani rompe gli indugi e spiega l’accordo tra Forza Italia e Marche2020 che sta facendo molto discutere.
LA NOTA – “Perché Spacca? Perché l’accordo con Spacca? – dichiara Celani – È la domanda che mi sento rivolgere più spesso in questi giorni di inizio campagna elettorale. E perché no, si potrebbe rispondere semplicisticamente. In realtà l’accordo elettorale con Marche 2020 e con Gian Mario Spacca è il frutto di un progetto comune e condiviso. Un progetto in dieci punti di grande pragmatismo per una regione Marche sempre più protesa verso il futuro, forte ed orgogliosa della sua marchigianità caratterizzata da quello spirito imprenditoriale, voglia di lavorare, inventiva che ci hanno resi giustamente famosi in Europa. Ma anche l’occasione, storica, per riequilibrare quel rapporto invero non sempre facile in questi anni con la dominante visione ancona centrica. Nel documento che abbiamo sottoscritto nei giorni scorsi c’è una sostanziale e chiara inversione di tendenza ed una forte attenzione per il Piceno. È un’occasione che non esito a definire storica per un confronto importante con quel PD che vogliamo e possiamo mandare a casa. Vogliamo in sostanza realizzare un progetto che fonda la direzionalità e la progettualità del Piceno con quella di Ancona, contro la sciagurata ipotesi che si passi con Ceriscioli ad un centralismo Pesarese che per il Piceno sarebbe veramente mortale”.
UNA VISIONE COMUNE – “Mi si obietta che negli anni scorsi ho polemizzato con Spacca. È vero. – aggiunge – Da sindaco di Ascoli Piceno prima e Presidente della Provincia poi, ho avuto delle polemiche con il Presidente della Regione Marche nel contesto del suo ruolo istituzionale. Ma mai con l’uomo: un moderato che proviene dalla vecchia DC e con una visione della società comune a quella che caratterizza Forza Italia. Spacca è un uomo che viene dalla cosiddetta società civile. Non è mai stato un uomo di apparato come lo è il candidato del PD, Ceriscioli. Anche su questo aspetto vi vorrei invitare ad una riflessione. Il contrasto Spacca/PD al quale stiamo assistendo in questi giorni con il balletto del ritiro degli assessori PD, è in realtà la cartina di tornasole del vero rapporto che ha regolato la vita politica regionale in questi anni. Da una parte il partito/governo legato alle logiche del vecchio PCI e dall’altro chi voleva aprirsi sempre più al mondo del lavoro portando avanti politiche innovative volte a supportare a far crescere quello spirito imprenditoriale che può creare lavoro ed occupazione. Due visioni contrastanti che spesso sono entrate in collisione anche bloccando la crescita della nostra Regione”.
L’APERTURA A LEGA E FRATELLI D’ITALIA – “Ora, come dicevo, – conclude – siamo di fronte ad una occasione storica. Possiamo mandare a casa il PD, sventando il tentativo di spostare il baricentro della Regione sempre più a nord, magari verso Pesaro, e ritrovare il giusto equilibrio per una crescita armonica di tutto il territorio dove non vi siano cittadini di serie B. Per il Piceno sarebbe la svolta. Una svolta auspicabile specie in questa fase così difficile con un mondo del lavoro alle prese con una crisi durissima. Abbiamo l’occasione per riprendere a progettare, per impostare politiche concrete per il territorio, per dare quelle risposte che da troppi anni ormai attendiamo.Vogliamo tornare ad essere protagonisti di oggi e di domani. L’Istituto Piepoli ci accredita di un testa a testa col Pd e i sondaggi dicono anche che con la Lega Nord e FdI saremmo in testa. Per questo mi rivolgo agli amici della Lega Nord e di Fratelli d’Italia perché facciano una ulteriore riflessione sul proprio posizionamento in questa tornata elettorale. Forza Italia non si è avvicinata al PD. L’accordo con Marche 2020 è un accordo su una comune identità progettuale. Abbiamo intenti comuni. Gli stessi intenti che hanno sempre caratterizzato il centrodestra in tutti questi anni. Quel centrodestra che è stato la casa comune anche degli amici della Lega e di Fratelli d’Italia”.