ASCOLI PICENO – Reato di detenzione ai fini dello spaccio di sostanze stupefacenti. In particolare di eroina. Con questa accusa sono finiti in manette 15 persone al termine di una maxi operazione condotta in sinergia dalla Squadra Mobile di Ascoli Piceno e dal Commissariato di San Benedetto del Tronto.
L’OPERAZIONE MEDUSA – ‘Operazione Medusa’. E’ questo il nome attribuito dagli agenti a un’attività che ha preso il via proprio in seguito all’incendio doloso che – a marzo dello scorso anno – distrusse lo chalet sambenedettese. “Si trattava di un atto di ritorsione operato da Ben Fattoum Afif, tunisino di 40 anni”, ha dichiarato Roberto Di Benedetto, Capo della Squadra Mobile di Ascoli Piceno. “I buttafuori qualche sera prima non gli avevano permesso l’ingresso nello stabilimento perché era stato colto in flagrante a spacciare eroina all’interno del locale. Per questo si è voluto vendicare”. Così, con l’aiuto dei connazionali Ben Ali Mohamed, Fallah Ousama, Gabsy Farid e Abdessalem Ameur, la sera del 10 marzo si è introdotto nello chalet. L’incendio, divampato dopo aver cosparso di benzina la moquette dello stabilimento, ha distrutto completamente l’attività.
L’ARRESTO PER SPACCIO – Le indagini seguenti hanno poi accertato un coinvolgimento del ‘gruppo di Afif’ nel fiorente mercato dello spaccio di eroina. Tra maggio e luglio la Squadra Mobile ha così arrestato sei corrieri della droga ed è venuta a capo di una fitta trama di intrecci. L’eroina partiva da Napoli ed era diretta sostanzialmente a tre gruppi di acquirenti: Domenico Palma controllava il mercato dell’ascolano, lo stesso Ben Fattoum Afif quello del territorio sambenedettese e di Martinsicuro, Mauro Di Serafino quello teramano. Oggi – dopo circa un anno di attente indagini – è scattato il blitz. In manette sono finiti i tre ‘capi’ Palma, Afif e Di Serafino, oltre ai tunisini che hanno dato fuoco allo chalet Medusa. L’operazione ha colpito anche altri criminali: i tunisini Ghezail Khalil, Hamouda Imed e Brahim Adel; il marocchino Gritet El Medhi; l’afgano Khan Asgar; il sudanese Idris Isahaq; l’ascolana Ilaria Fioravanti (31 anni) e Valentina Brancato. Quest’ultima, nata ad Agrigento ma residente a Porto D’Ascoli, è la figlia del mafioso Giuseppe Brancato: l’uomo – condannato all’ergastolo – fu il carceriere del piccolo Giuseppe Di Matteo, tredicenne sciolto nell’acido dalla banda di Giovanni Brusca.
UN’OPERAZIONE MAGISTRALE – L’operazione è stata condotta in maniera esemplare dagli addetti ai lavori. Soddisfatto il Questore Giuseppe Fiore: “Abbiamo eliminato il braccio che consentiva l’arrivo dell’eroina da Napoli ai nostri territori. Questa è la dimostrazione di come con un buon controllo si possano portare avanti operazioni specifiche, mirate e chirurgiche”. In totale sono stati sequestrati circa 4 kg di stupefacente che avrebbero fruttato 300 mila euro. Per la Polizia di Ascoli si tratta di un altro importante colpo messo a segno: solo pochi giorni fa era stata sgominata un’associazione a delinquere di 11 albanesi finalizzata a furti e rapine in abitazione.