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Un mondo giusto, gli antichi affermavano che il bello il vero e il buono erano le forme concettuali attraverso cui tradurre il concetto (inesprimibile) della Trinità. Sant’Agostino e molti altri scolastici si sono rotti la testa spiegarci come queste parole fossero nomi attraverso cui rendere l’infinita potenza del divino (potete trovare molto a riguardo nelle Confessioni). Nel nostro quotidiano non troviamo spesso queste parole associate correttamente a realtà altissime e filosoficamente forti ma troppo spesso vengono usate come aggettivi a casaccio per designare cose relativamente graziose, più o meno esatte e buone per modo di dire. Bene, i libri di cui vi parlo oggi sono, secondo il mio giudizio, delle denunce rispetto a questo andazzo e attraverso dei meccanismi diversi (da un lato l’inchiesta e dall’altro la narrazione) ci aiutano a capire quanto dobbiamo lavorare per rendere questo mondo che ci circonda all’altezza delle parole suddette, ovvero più giusto.

Sul giusto, cominciamo da due libri interessanti che presenteremo oggi, 20 gennaio. Si tratta di due inchieste molto dirette e prive di “abbellimenti” che ci raccontano dalla viva voce dei giovani intervistati la situazione (dura, durissima) dei giovani che si affacciano al mondo del lavoro in due realtà sociali diverse ma ugualmente colpite con forza dalla crisi. I volumi scritti da Maria Frega e Francesco de Filippo sono Scampia e Cariddi e Nord Meridiano.  Il sud e il nord est. Due luoghi d’Italia dove il bene e il male del paese sembrano amplificati: da un lato, la bellezza del sud e la tragedia di un sottosviluppo endemico ingoia tutto; dall’altro, l’operosità del nord, stordito da una crisi che non si aspettava. Questi due libri sono una denuncia forte perché ci mostrano come il bello e il buono di un Paese (i suoi ragazzi) rischiano di essere polverizzati e “abbruttiti” dalla crisi globale che toglie speranza e futuro. Questi libri ci fanno riflettere su cosa significhi giusto 20e ci mostrano come la nostra società soffra di una malattia grave, rappresentata dalla sistematica eliminazione delle prospettive nelle generazioni più  giovani. Ma, un paese senza ragazzi entusiasti a che serve? E che cosa rischia?

Una risposta, drammatica a questa domanda ci viene dal secondo libro che presenteremo invece sabato 24, in occasione delle celebrazioni per la giornata della memoria. Le violenze nate da ideologie sono tragicamente attuali e il libro Le lunghe notti di Anna Alrutz ne fa un’analisi chirurgica dimostrando come un giovane, privato della “speranza”, è disposto a credere a qualunque follia pur di ottenere un’identità e uno scopo (quanto e tristemente attuale ciò…).  Il romanzo di Ilva Fabiani, attraverso la parabola di Anna all’interno della follia eugenetica nazista, ci mostra una ragazza affamata di approvazione che prigioniera di quelle che sono fragilità universali dà la più aberrante delle risposte. Tuttavia, fortunatamente a volte il vero il bello e il buono arrivano  e si fanno riconoscere portando, anche nella tragedia, una possibilità di riscatto.

Bene oltre ad invitarvi a questi eventi e augurarvi come sempre buona lettura aspetto vostre news libresche all’indirizzo info@bibliodiversita.it

PS: l’immagine di Matisse, La Danza, l’ho scelta perché rappresenta a mio giudizio una situazione di armonia ritmica e cromatica… ma aspetto suggerimenti, come rappresentare il vero il bello e il buono?

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