FORCE – Force, paese dei ramai e della lavorazione a mano del rame. Una tradizione che si tramanda fino ai giorni nostri, seppure a rischio estinzione. Arroccata sul culmine di un rilievo a circa 700 metri sul livello del mare, tra la valle dell’Aso e il solco in essa confluente del torrente Pallone si erge, in tutta la sua opulenza, la cittadina di Force. Le fanno da cornice: ad occidente i leggendari Monti Sibillini. A sud-est, invece, il cono solitario e dentato del Monte dell’Ascensore. Mentre, a levante, si profila l’immensa distesa del mare Adriatico. Nata come rifugio fortificato durante le invasioni barbariche, Force conserva opere difensive, solide e possenti, come i torrioni del XIII secolo, tuttora esistenti, posti a difesa della Porta delle Piaggie e della Porta di San Francesco.
LA STORIA – Ai Monaci Farfensi deve la presenza del Palazzo dei Priorato dotata di elegante loggiato cinquecentesco e della contigua chiesa collegiata di San Paolo. Rifacimento, del Seicento, di una chiesa preesistente e risalente al XII secolo. Importante centro agricolo, dall’allevamento a quello artigianale, nel corso dei secoli, il paese assume un significativo ruolo quale centro di scambio e di servizio per il suo sviluppo commerciale e quindi benessere. I bei palazzi, del centro storico parlano, se non di benessere, di una economia abbastanza prospera e opulenta. Ma di questa amena cittadina, sull’antichità dell’artigianato del rame, non si hanno dubbi, poiché se ne ha una memoria che porta a più secoli di lontananza. L’origine, invece, si perde nell’incertezza in quanto non si hanno a disposizione documenti che in qualche modo lo indichino come un certo grado si sicurezza. E’ possibile, invece, tenere presente che nell’Italia mediana, sono i Longobardi ad introdurre l’uso di lavorare il rame a colpi di martello. Ma ciò non autorizza ad attribuire, a quel popolo, la prima diffusione nel Piceno ai piedi dei Monti Sibillini. Consolidata è, invece, la tradizione che vuole a far conoscere alla gente forcese l’arte di lavorare il rame siano state zingari provenienti, con indicazione generica, dall’oltre Adriatico delle quali però, si ignorano del tutto, oltre ai luoghi anche i tempi di partenza. Oggi, tutto è cambiato, o quasi. La tecnologia si evolve e della nobile arte, nel capoluogo, sono rimasti in pochi a tenere viva la speranza che addita Force, ancora capitale della lavorazione a mano del nobile metallo: il rame. (gi. ca.)