ASCOLI PICENO – Sono 15.990 i marchigiani che entro la fine dell’anno avranno trovato un posto di lavoro dipendente nelle imprese. Ad effettuare assunzioni il 13,5 per cento delle aziende, con punte del 40,1 per cento nelle società di public utilities, del 27,1 per cento nei servizi finanziari e assicurativi, del 28,9 per cento fra le imprese innovatrici e del 24,2 per cento fra le imprese esportatrici. Lo rivela l’indagine Excelsior dell’Unioncamere e del Ministero del Lavoro. L’altra faccia della medaglia sono i 23.160 dipendenti che sono usciti dal mercato del lavoro, per un saldo di 7.170 occupati in meno. A perdere più occupati le imprese della provincia di Ancona (-2.550) seguite da Pesaro Urbino (-1.730), da Macerata (-1.430), da Ascoli Piceno (-810) e da Fermo (-660).
SI ASSUME CHI SI CONOSCE. L’indagine mostra che le imprese preferiscono assumere chi conoscono (54,4 per cento) o quelli i cui curricula sono presenti nelle banche dati interne aziendali (26,7 per cento). Il 9,4 per cento ha assunto sulla base delle segnalazioni di conoscenti e fornitori. Una cosa è certa. L’occupazione dei giovani marchigiani non passa per i Centri per l’Impiego. Solo il 2,9 per cento degli imprenditori della provincia di Ascoli ha dichiarato di utilizzarli per la selezione del personale mentre il 2,2 per cento ha sostenuto di rivolgersi alle società interinali. “Per scegliere i dipendenti – spiega Luigi Passaretti, presidente della Cna di Ascoli – i nostri piccoli e medi imprenditori privilegiano canali del tutto informali come il passaparola di conoscenti, fornitori o altri imprenditori anche perché non sempre i profili in uscita dal sistema formativo e dei Centri per l’impiego coincidono con le esigenze delle imprese. Ci auguriamo che nel 2015 nelle imprese possano ripartire competitività e occupazione grazie anche a un sistema più diretto ed efficace di reperimento della forza lavoro necessaria per l’azienda in questione”.
LE PROFESSIONI PIÙ RICHIESTE. Nell’ordine, sempre in base ai dati Unioncamere Marche riferiti alla Provincia di Ascoli: camerieri, commessi, addetti alle pulizie, baristi, cuochi. Solo il 16,2 per cento dei nuovi contratti è a tempo indeterminato e il 26,9 per cento di questi è part time. Per il 55,5 per cento dei casi le imprese si sono rivolte a lavoratori con una precedente esperienza, l’8,9 per cento ha avuto difficoltà a reperire le professionalità richieste e l’11 per cento si è rivolto a personale immigrato.
“Purtroppo nell’attuale periodo di congiuntura negativa – aggiunge Francesco Balloni, direttore di Cna Picena – le imprese del nostro territorio non mostrano particolare propensione ad investire in risorse umane con un grado di istruzione elevata. Calano infatti dall’8,9 al 7,5 le assunzioni di personale laureato mentre i diplomati scendono dal 41,8 al 39,2 per cento. Aumentano le assunzioni di lavoratori senza formazione specifica (dal 33,2 al 38,1 per cento). E aumentano i tipi di contratti, classificabili come agenti di commercio, ovvero con un sistema di retribuzione a provvigione. Nel 2015 sarà prioritario lavorare per guidare le imprese verso organici più qualificati, o riqualificati, azioni per la quali la Cna di Ascoli è già impegnata al massimo delle sue possibilità”.