CASTEL DI LAMA – Valerio Lucciarini rispedisce al mittente le accuse lanciate nella giornata di ieri dal presidente del Cup Achille Buonfigli e illustra le ragioni che hanno portato alla fuoriuscita dell’Unione dei Comuni dal Consorzio Universitario. Il sindaco di Offida e presidente dell’Unione affronta subito la questione del rinnovamento: “Quando si decide che bisogna rinnovare, anche nel CUP bisognerebbe farlo. Sono anni che dentro questo consorzio, in cui il territorio e il sottoscritto hanno creduto fin da subito, non si vede una trasformazione adeguata al senso forte e alla sfida attuale dell’università. Non è possibile pensare che nel 2014 un Consorzio Universitario possa essere garantito solo con il finanziamento dei Comuni. Bisogna ragionare su un nuovo metodo”.
UN MILIONE DI FINANZIAMENTI – “Dire che io sono poco sensibile all’università è dire una baggianata – spiega Lucciarini -. Il Comune di Offida ha finanziato il CUP dal 2004 al 2011 con un milione e 200mila euro. In realtà sono io che dovrei chiedergli dei servizi per la comunità offidana, vista la somma versata. Non è più possibile che i Comuni sostengano questo tipo di spesa”.
I SOLDI CHE NON CI SONO – Lucciarini entra nel merito della questione dei finanziamenti e ricorda che i 40mila euro che l’Unione non verserà più saranno risorse indispensabili per offrire alla comunità servizi irrinunciabili: “Se per Buonfigli 40mila euro non contano nulla, per noi sì. Senza questa somma dovremmo diminuire, per esempio, i servizi agli anziani, all’assistenza domiciliare, proprio in un periodo di crisi e di mancanza di risorse”.
GLI STIPENDI D’ORO – Il presidente del CUP nella conferenza stampa di ieri aveva anche spiegato che le retribuzioni dei nove dipendenti sono totalmente in regola con le norme in materia. “A fronte di un bilancio di 2 milioni di euro all’anno – risponde Lucciarini – il Cup conta nove dipendenti di cui uno di seconda fascia. L’Unione dei Comuni ha un bilancio simile, ma ha solo due dipendenti, di cui uno part time”.
LA FONDAZIONE CARISAP – Sul futuro dell’università del Piceno, il sindaco è chiaro: “C’è bisogno di un confronto con la Regione Marche per una revisione strutturale dell’intero sistema. Per quanto riguarda la Fondazione, Buonfigli dice che è un soggetto privato e non deve rendere conto a nessuno, ma è pur vero che gestisce anche soldi a beneficio dell’intera collettività”, lasciando intendere, quindi, che se una nuova apertura potrà esserci, sarà subordinata al ruolo che la Fondazione vorrà svolgere per l’Università del Piceno. Sulle perplessità tecniche e burocratiche sollevate da Buonfigli, Lucciarini non ha dubbi: “qui la questione è politica e non tecnica. Noi siamo disposti a fare uno sforzo solo dentro un quadro chiaro. È paradossale che ci venga negata la legittimità di uscire dal Consorzio”.
IL FUTURO DELL’UNIVERSITÀ – “Lo immagino – conclude il sindaco – con un intervento forte della Regione. Non si può costruire il futuro senza la sua collaborazione. Il CUP, inoltre, dovrebbe avanzare più iniziative nei confronti delle istituzioni sovracomunali”.
IL RUOLO DEL PD – “Sul PD Buonfigli può star tranquillo, lui deve fare il presidente del Cup. Non è lui che deve dirci cosa deve fare il partito”.
Una cosa è sotto gli occhi di tutti e non vale solo per il Consorzio Universitario: le differenti visioni sul ruolo svolto dagli enti pubblici sono il risultato del periodo di crisi che stiamo vivendo. Si inaspriscono le posizioni e gli amministratori sono spesso costretti a decidere in modo selettivo quali priorità hanno diritto di essere finanziate a beneficio della comunità. In ballo c’è il futuro di questo Paese, in ginocchio per una recessione che non arresta i suoi effetti negativi. Rimane il fatto che l’Università fu, ed è ancora, una grande sfida per l’intero territorio piceno. Una sfida che continua nonostante la crisi. Solo il tempo e le scelte politiche potranno dirci se potrà essere vinta.