COLLI DEL TRONTO – Sindaci a rapporto sulla sanità per la prima conferenza dei servizi post 25 maggio. Ospedale unico e Case della Salute i protagonisti delle linee programmatiche – per il lato istituzionale – e delle maggiori perplessità – per quello degli amministratori locali.
Tra nuovi e vecchie guardie, si è tenuta nel pomeriggio di oggi, 24 settembre, a Colli del Tronto la conferenza dei sindaci con il direttore dell’Area Vasta 5, Massimo Del Moro, e il direttore generale Asur, Gianni Genga. Presente anche il vicepresidente della Regione, Antonio Canzian.
Il primo tra i sindaci a prendere la parola è stato Stefano Stracci (primo cittadino di Monteprandone) che, dopo i complimenti del caso al direttore Del Moro, ha puntato i piedi sull’ospedale unico: “investiamo molto nella riqualificazione degli ambienti all’ospedale di San Benedetto, nella razionalizzazione delle figure apicali, ma a che punto passa l’ipotesi dell’integrazione logistica degli ospedali nella nostra Area Vasta?”.
Domanda lecita e condivisa anche dal padrone di casa di Offida, Valerio Lucciarini: “Fa piacere che oggi ci sia una direzione all’altezza della situazione, ma abbiamo assistito al naufragio degli impegni della Regione in merito all’Azienda Marche Sud e vorremmo capire con quali tempi e modi si pensa a un ospedale unico, senza lanciare la palla ai sindaci che poco possono fare in questo ambito. Questa decisione per noi è un obiettivo a servizio della comunità“.
Lucciarini ha affondato anche sulla questione hospice: “si tratta di un problema settennale che risale a una delibera del 2007. Quali sono oggi le prospettive? E ancora: quali saranno i criteri per l’individuazione della casa della salute sperimentale da avviare entro il 31 dicembre?”.
Ha provato a rispondere Canzian: “In questa prima fase verrà attivata una Casa della Salute in ogni Area Vasta. Inoltre, ‘ospedale unico del piceno’ significa che il territorio deve essere motivato e concorde sulla prospettiva strategica, cosa non vera fino ad alcuni anni fa. Ricordo che il consiglio comunale di Ascoli votò all’unanimità contro l’ospedale unico di vallata. Oggi i tempi sono sicuramente cambiati e abbiamo appreso una sostanziale disponibilità verso l’opzione, anche da parte del sindaco Castelli, seppur con molti paletti. Credo in ogni caso che si tratti di un percorso necessario ma lungo. Ma, molto chiaramente dico: l’ospedale unico è il progetto dei prossimi tre/cinque anni, con idea, progettualità e sito. Senza alibi”.
Logica della condivisione rilanciata da Del Moro che tuttavia avverte senza mezzi termini: “la scelta dell’ospedale unico non è un vezzo, ma una necessità. Ad esempio tra Ascoli e San Benedetto abbiamo trenta anestesisti, insufficienti a garantire l’attività ottimale dei due blocchi operatori. Con l’ospedale unico, avremmo un abbattimento delle liste di attesa operatorie che ci metterebbe in un livello di risposta ottimale. La conferenza dei sindaci deve chiedere alla regione che l’ospedale unico venga realizzato il prima possibile, è un’emergenza di questo territorio. Il budget disponibile usato per una unità ospedaliera ci permetterebbe di dare risposte inimmaginabili”.
Più cauto Genga che ha chiuso: “quella dell’ospedale unico è una scelta importante, che va fatta in nome dell’esigenza di qualità e sicurezza. Infine, sull’hospice posso dire che siamo nelle condizioni di avviarne uno concretamente, la proposta quindi passa all’area vasta e dobbiamo stringere i tempi. Non averlo ci impedisce di potenziare il settore delle cure palliative”.