azu, ragazzo orfano che lavora in miniera, vede scendere dolcemente dal cielo una ragazza avvolta di luce. La ragazza, di nome Sheeta, una volta che Pazu la porta in salvo, gli racconta di essere una discendente del popolo di Laputa, misteriosa città volante, che per molti è solo una leggenda. Sheeta confessa a Pazu anche di essere inseguita dai pirati e dall’esercito che vogliono impadronirsi dell’aeropietra che porta al collo che può indicare al suo possessore la strada per raggiungere la leggendaria città volante. Alla luce di tutto ciò, unito alla volontà di voler riscattare il defunto padre che aveva visto e fotografato Laputa – guadagnando solo la derisione della gente-, Pazu decide di riportare Sheela alla leggendaria città e a sfuggire ai pirati e all’esercito. Nasce così la più grande avventura mai raccontata, avvolta dalla leggenda e suggellata dall’amicizia.
CONSIDERAZIONI – Dire che questo film è un capolavoro è superficiale. Quando si parla di un bel film è facile dire “è un capolavoro” e basta, bisognerebbe, quanto meno, spiegare e analizzare perché un determinato film sia considerato capolavoro. Il motivo per cui questo film può considerarsi il capolavoro dello Studio Ghibli e di Hayao Miyazaki sta nella regia. Il film è coordinato perfettamente in tutti i suoi elementi: in primo luogo la musica (del maestro Joe Hisaishi), che fa la sua comparsa nei momenti della pellicola con più carico drammatico, immortalandolo in tutta la sua poesia. Ricordiamo che il film, ancor prima di essere un’avventura, è una storia d’amicizia tra un ragazzo e una ragazza (elemento caratterizzante in Miyazaki) e che quindi tutta l’azione è un pretesto per creare situazioni in cui il rapporto tra i due può rafforzarsi e immortalarsi. Le musiche quindi avvolgono il film in tutta la sua interezza, diventando quelle che le musiche nei film dovrebbero diventare: una componente, un elemento che va a comporre il puzzle che è un film, non soltanto un sottotesto. Basti vedere l’inizio e la scena di Sheela che cade dal cielo per capire questa perfezione tra musica e girato (o meglio disegnato). Altro elemento portante del film è, dato il tipo di film, ovviamente, l’animazione: Miyazaki ci ha abituato al suo character design e alla sua animazione, ma mai come in questo film è viva e vitale, armoniosa, curata nei minimi dettagli. Il design di Laputa e delle città terrestri sono gioia per gli occhi. Il soggetto anche è forte, compatto e ben scritta è la sceneggiatura, in cui comicità, divertimento e soprattutto sentimento si miscelano assieme per rendere alla perfezione un film come questo. Tutto questo assume un valore aggiunto se pensiamo che il film è stato realizzato nell’86, ventisei anni fa e proiettato per la prima volta in Italia nel 2012 grazie alla Lucky Red, che renderà disponibile il film anche in DVD e BluRay. Meglio tardi che mai.
PIACERÀ – a tutti gli amanti del cinema d’animazione di qualità, a chi non cerca in questo tipo di film solo un modo per passare il tempo, bensì di emozionarsi, sognare e sperare
NON PIACERÀ – questo film fa parte di quel gruppo di film che difficilmente non possono piacere. Bisognerebbe non provare sentimenti per non apprezzare un poco questo film. Potrebbe non piacere a chi è fortemente abituato all’animazione made in Disney e Pixar e che, quindi, trova lo stile dell’animazione giapponese diverso da quello occidentale a cui è abituato. E non sarebbe nemmeno un buon motivo…