ASCOLI PICENO – Una lunga e sonora bordata di fischi ha accompagnato l’uscita di Pasquale Robbiati, proprietario della Plalam, dalla Prefettura. Dopo la protesta di ieri, dove alcuni operai sono saliti in cima alla torre della fabbrica, il Prefetto di Ascoli ha convocato d’urgenza l’imprenditore brianzolo per un vertice alla presenza sia del sindaco Castelli che dei sindacati. Sono stati cinque i punti che i rappresentanti dei lavoratori della Plalam hanno voluto mettere a verbale e, in attesa dell’arrivo dei commissari del Tribunale di Milano nel pomeriggio di mercoledì prossimo, Robbiati pare aver garantito che per il 10 agosto salderà le mensilità arretrate. Gli altri punti sul tavolo, oltre al pagamento degli arretrati ed il vertice con i commissari, erano l’avvio di un tavolo di discussione con il Ministero per gli ammortizzatori, il pagamento dei soldi INPS che non sono stati dati ai lavoratori e di tutte le altre spese che sono di competenza dell’imprenditore.
Ormai quella che fino a qualche anno fa era una florida zona industriale ora è tristemente diventata una desolante fila di presidi e cancelli chiusi. Dietro il declino della Plalam, una azienda per anni leader del settore della preverniciatura, c’è sicuramente la crisi ma anche, a parer degli operai dello stabilimento di Ascoli, una gestione non ottimale di Robbiati, da alcuni ritenuta non all’altezza di quella del padre. ” A dicembre non arrivò la tredicesima – raccontano i lavoratori – e poi neanche gli stipendi di gennaio e febbraio. Robbiati ci chiese di pazientare ma aveva già pronto il concordato in bianco da presentare. Noi siamo comunque andati avanti fino a che i materiali non sono finiti, ci ha poi pagato a rate delle mensilità ma da maggio più niente. La solidarietà ci dava una mano ma poi a giugno sono stati messi i turni in bacheca, senza un lavoro da fare, quindi ora non abbiamo più niente. Su 88 lavoratori attualmente solo 25 sono impiegati solo nel ramo d’azienda che Robbiati ha appaltato a se stesso in pratica. Con la protesta di ieri volevamo attirare l’attenzione sulla nostra situazione, dalla torre siamo scesi sul tetto per motivi di sicurezza ma il presidio andrà avanti ad oltranza“.