ASCOLI PICENO – Duemila imprese a rischio nel piceno: è quanto emerge dall’analisi del Centro Studi Cna della provincia di Ascoli Piceno. “Possono anche andare bene le imprese costituite da giovani con solo un euro di capitale sociale. Ma oggi nel Piceno il problema impellente è un altro: far sì che le imprese non finiscano tutte per valere solo un Euro anche nella realtà produttiva e non siano di conseguenza costrette a chiudere i battenti”.
Gino Sabatini, presidente della Cna di Ascoli Piceno sintetizza così la posizione della Cna riguardo i primi interventi sulla semplificazione delle imprese. “Monitoriamo da mesi il Piceno – aggiunge Sabatini – e tutti i parametri sono assai preoccupanti, se non proprio negativi completamente, quindi le nostre imprese hanno bisogno di sostegni più concreti anche se la semplificazione, quella che non sia però solo sulla carta, è un obiettivo che la Cna persegue da anni ritenendolo strategico per lo! sviluppo dell’imprenditoria”.
BALLONI SPIEGA I MOTIVI DELLA CRISI – Un Euro per avviare un’attività imprenditoriale con una Srl. Ma per trovarsi poi in che situazione? Lo chiarisce, sinteticamente, il coordinatore della Cna di Ascoli, Francesco Balloni: “Partiamo, per esempio, dalla questione dall’Imu. In un centro del Piceno di medie dimensioni, come Ascoli o San Benedetto, con i nuovi parametri un laboratorio artigiano: categoria C3 e rendita catastale di 400 Euro, pagava 260 Euro di Ici e dovrà invece pagare 590 Euro di Imu. Mentre un negozio, categoria C1 e rendita catastale di 3.000 Euro, pagava 800 Euro e dovrà pagarne quasi 2.000. Per non parlare del conto energetico. Un autotrasportatore per il proprio singolo mezzo nel 2011 ha dovuto assorbire un aumento, rispetto al 2010, che va dai 10 ai 12 mila euro solo per fare il pieno nel serbatoio! Mentre una ditta di medie dimensioni che movimenta prodotti dell’agroalimentare nel centro Italia partendo dall’area della vallata del Tronto ha visto passare i propri costi per la mobilità da 65.000 Euro a 115.000 Euro. Aprire una Srl a un Euro e poi trovarsi in queste condizioni è davvero cosa proibitiva”.
ACCESSO AL CREDITO, GRANDE CRITICITA’ – “Le banche non concedono certo finanziamenti con facilità alle nuove imprese guidate da giovani – è la valutazione di Massimo Capriotti, direttore provinciale di Fidimpresa Marche – e lo faranno inevitabilmente di meno a una ditta che muove i primi passi con alle spalle una società che ha un Euro di capitale. Sarà sempre più difficile a questo punto, anche per chi vuole investire in nuove tecnologie. E questo è gravissimo proprio per quelle neo imprese che devono fare dell’innovazione il loro punto forza per presentarsi a dovere sul mercato”.
POLITICA ED ASSOCIAZIONI, URGE PIANO STRATEGICO – Il Centro studi della Cna ha rilevato inoltre, a parte il capitale sociale di un’impresa o qualsivoglia semplificazione, che oltre la metà degli imprenditori del Piceno nel 2012 neanche andrà in banca in quanto consapevole di perdere solo del tempo. E’ su questi punti che le associazioni, e con loro politica e istituzioni, devono confrontarsi per il bene di un territorio che sta scivolando ogni giorno di più verso la non gradevole posizione di fanalino di coda delle Marche. E, si badi bene, che quando diciamo retrocessione di una posizione, questa si traduce in ulteriore difficoltà per il reperimento di credito e di condizioni di gestione del proprio conto in banca che da oggi a dopo l’estate rischia di far chiudere i battenti a 2.000, forse anche 3.000 piccole imprese del Piceno.