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Per analizzare al meglio l’ultimo film di Marc Forster, bisognerebbe partire dal genere cinematografico a cui fa riferimento. Pur parlando di zombie, o tecnicamente “non morti”, non appartiene completamente alla categoria elitaria degli zombie movies comunemente intesi, ma presenta in misura maggiore i tratti distintivi dei disaster movies americani. Pronti, via. Appena dopo dieci minuti dall’inizio della storia, ci si trova immersi nell’azione forsennata su cui si sviluppa l’intera opera. Gerry Lane (Brad Pitt), ex impiegato delle Nazioni Unite ritirato a vita privata, è costretto a tornare in servizio per indagare su un male sconosciuto, che rende le persone zombie e si diffonde a macchia d’olio, propagandosi attraverso sangue infetto. La ricerca delle cause e di una cura efficace lo porteranno a girare il mondo, mentre la propria famiglia lo attende al riparo in una nave del Governo.

Anni di cinema di genere ci hanno abituato a morti che escono dalle tombe e terrorizzano i sopravvissuti con l’incedere lento e il morso letale. Qui il contagio avviene tra vivi, e la trasformazione si completa in pochi secondi, rendendo i colpiti delle autentiche macchine da epidemia, pressoché indistruttibili e dotati di una velocità notevole. Le continue riprese dall’alto rendono perfettamente l’idea della capillarità degli attacchi, mentre la tensione viene amplificata dal ritmo e dalla caoticità delle immagini.

Ma proprio questo è uno dei limiti del film: si avverte la sensazione di un caos imperante, in cui si fa fatica a distinguere il dettaglio delle aggressioni, ogni scena è percepita come una corsa senza meta né idee. Ci si trova, come nel più classico dei film d’azione americani, a seguire un eroe inconsapevole, solo contro tutti, unico personaggio con un proprio spessore in mezzo a tante comparse che sembrano fungere soltanto da contorno.

Dal punto di vista del semplice intrattenimento adrenalinico, World War Z può essere considerato un buon film, senza punti morti e con 2 ore di inseguimenti e sparatorie, con un uso massiccio di computer grafica per rendere al meglio l’idea dell’epidemia.

Ma il tentativo, palesato nel titolo, di confezionare un blockbuster che allargasse il target degli zombie movies, fallisce nel confronto inevitabile con il passato e con le regole che ogni genere cinematografico conserva e che andrebbero rispettate.

REGIA: Marc Forster

ANNO: 2013

GENERE: Azione

DURATA: 116 minuti

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