GROTTAMMARE – In tanti anni di giornalismo televisivo, Corrado Augias ha affinato una particolare capacità di narrazione affabile e concisa che non si perde nella baldanza culturale propria di chi detiene ancora in questo Paese uno spessore intellettuale, ma nemmeno conduce su strade impervie in cui è facile scadere in aporie fini a se stesse.
“O patria mia. Leopardi e l’Italia”, andato in scena al teatro delle Energie, è prima di tutto un omaggio reverenziale, scabro ed emotivo nei confronti di uno dei grandi intellettuali moderni del nostro Paese, letterato e precursore di stile e di una certa poetica che seguirà nel Novecento. L’autore dimostra di saper trasmettere e comunicare al pubblico, in poco più di un’ora, il sentimento forte e quasi ardimentoso che Giacomo Leopardi aveva sempre coltivato nei confronti dell’Italia. Attraverso la lettura di lettere, componimenti e poesie, Augias si fa latore di un pensiero sorprendente, facendoci scoprire un Leopardi inedito, non più imbrigliato in schemi didattici, bensì un intellettuale che aveva ben compreso la comunità italica dell’epoca e con essa la Storia. Un pensiero profetico che strappa una risata amara nel constatare che poco è cambiato in quasi duecento anni. Momenti emozionanti durante l’ascolto delle musiche scelte dal maestro Stefano Albarello e degli intermezzi recitati di Marta dalla Via, che hanno completato uno spettacolo intimista e un vibrante componimento per una reale serata all’insegna della cultura.
Inventario di stagione, cartellone realizzato da Comune e Amat con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Regione Marche e con la collaborazione dell’associazione culturale l’Onagro, continua con “Prima e dopo l’Italia” al teatro dell’Arancio, venerdì 7 febbraio.