SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Questa mattina si sono riuniti i rappresentanti Rsu dell’Area Vasta 5 e i segretari territoriali provinciali Cgil e Cisl per avviare azioni concrete contro la riorganizzazione sanitaria che sta subendo il Piceno; oggi il secondo incontro con la conferenza ristretta dei sindaci, assenti i rappresentanti della sigla Uil dal momento che ritengono opportuno trattare esclusivamente le tematiche legate al personale e non addentrarsi nelle eventuali problematiche sistematiche della sanità picena.
Ebbene, è stata aperta una vertenza contro l’Area Vasta 5, e quindi all’Asur, che riguarda complessivamente le due strutture territoriali dove si riscontrano disagi economici (finanziamenti), organizzativi (carenza di personale) e strutturali (chiusure e accorpamenti). Con il passaggio dalle Zone all’Area Vasta, i rappresentati Rsu e dei sindacati hanno notato una diversità di trattamento per il Piceno che con i tagli alla sanità vede emergere ulteriori disagi ai servizi in generale. I tagli sono stati così consistenti, tengono congiuntamente a precisare, che il personale nel giro di un anno e mezzo è stato ridotto del 20-25%. Programmata la stampa di 40 mila volantini da diffondere a tutte le famiglie del Piceno del lento degrado a cui va incontro la sanità picena, mentre si stanno organizzando per fine mese due manifestazioni che avranno luogo davanti al Mazzoni di Ascoli e al Madonna del Soccorso di San Benedetto. Parallelamente i rappresentanti intendono mantenere aperto un confronto con la conferenza dei sindaci, loro stessi – oggi – ad essere seriamente preoccupati di fronte all’oggettivazione presentata dalle sigle sindacali.
Numeri alla mano, le sigle hanno esposto la questione del personale. Tra Ascoli e San Benedetto, per esempio, sono 52 i trattamenti di fine rapporto firmati a fronte della proposta dell’Area Vasta di riinserire 7 unità per 90 giorni; solo dopo stringenti trattative si è raggiunto l’accordo di inserimento di 20 unità per 45 giorni, rapporto che non compenserebbe il personale uscente e, soprattutto, in scadenza senza notizie di rinnovo. Altro esempio è lo stanziamento dei finanziamenti: 38 milioni all’Area Vasta 1 (Pesaro), 39 milioni all’Area Vasta 2 (Ancona), 82 milioni all’Area Vasta 3 (Macerata), 28 milioni all’Area Vasta 4 (Fermo) e 26 milioni all’Area Vasta 5 (Ascoli e San Benedetto); numeri snocciolati che collocherebbero il nostro territorio letteralmente in coda. Posta, infine, il dubbio sulle chiusure, gli accorpamenti e le sperimentazioni avviate di compensazione. Calzante l’esempio di reparto di psichiatria, chiuso ad Ascoli e accorpato a San Benedetto; accorpamento previsto nella riorganizzazione sanitaria locale a cui non segue però il giusto potenziamento.
La riorganizzazione sanitaria, dunque, non starebbe perseguendo gli standard di riferimento mettendo a rischio la sicurezza stessa. “I sindaci sono stati poco attenti alle tantissime problematiche e hanno riposto troppa fiducia nelle decisioni dell’Asur, dell’Area Vasta e della Regione. – dichiara Giorgio Cipollini (Cgil) – Bisognerebbe fare lo sforzo di togliere dai tavoli di discussione le contrapposizioni territoriali e di partito, spingendo verso una direzione unica che combatta le discriminazioni nel territorio regionale“.