SAN BENEDETTO DEL TRONTO – È di circa 60 pagine l’esposto presentato dal Movimento 5 Stelle per porre l’attenzione della Procura sulla questione dello stoccaggio gas che ad oggi non ha chiaro il suo esito. “Questa è l’unica arma in mano al Movimento 5 Stelle”, dichiarano gli esponenti del gruppo sambenedettese forti della relazione, e annessi allegati, firmata dal consigliere Riego Gambini, Andrea Crimella per Grottammare, l’attivista ascolano Valerio Camela, la senatrice Serenella Fucksia e i deputati per le Marche Donatella Agostinelli, Andrea Cecconi e Patrizia Tezzoni.
Insomma, la documentazione è vasta e scritta in maniera chiara ed elementare, ricorrendo anche a numerosi esempi per agevolare la comprensione delle potenziali negatività, sempre secondo il Movimento 5 Stelle, causate dalla realizzazione di un sito di stoccaggio gas. Come più volte riferito nel corso di questi mesi l’area interessata è soggetta a esondazioni (seppur secondo il Piano d’assetto idrogeologico la zona sia sta declassata a 2 su un massimo di 3) e si trova a estrema vicinanza con il centro abitato a differenza di quanto riportato nell’approvazione della procedura di Via in cui si parla di 5 chilometri di distanza. Incorpato nell’esposto lo studio di Terre.it che sottolinea la presenza di almeno 8 mila abitanti a ridosso e dell’autostrada.
Nell’esposto i 5 Stelle fanno inoltre notare che agli atti di fattibilità mancherebbe lo studio che valuta l’effetto di flash fire (ovvero un’esplosione che si propaga in orizzontale), cosa invece ritenuta necessario assieme al jet fire (esplosione verticale) richiesta nel caso di Porto Sant’Elpidio. Infine, secondo il decreto legge dell’11 aprile 2011 numero 11 della Direttiva Europea del 2008, mancherebbe anche il Piano di Sicurezza Operatore che dimostri la sicurezza dell’impianto tout court anche a fronte di attentati. Dopo questo esposto, depositato il primo ottobre, è già pronta l’interrogazione di 6 pagine da presentare al Senato.