ANCONA – Disposti a lavorare in orari più disagiati, svolgono mansioni non adeguate al proprio titolo di studio, cioè sotto inquadrati, sono in prevalenza operai, e se disoccupati trovano lavoro prima. Questo l’identikit del lavoratore straniero inserito nel mondo del mercato del lavoro nella Regione Marche. Quasi un terzo dei giovani occupati stranieri è rumeno, seguiti da albanesi (16,6%), marocchini (6,1%) e moldavi (3,5%).Complessivamente i primi 10 Paesi di provenienza più numerosi coprono il 74,2% di tutte le nazionalità rappresentate nel ventaglio etnico del mercato del lavoro giovanile.
MOLTO LAVORO MA SOTTOPAGATO – Da un prima analisi si può dire che in questi tempi di crisi sembrano cavarsela meglio i giovani stranieri rispetto agli italiani. Infatti da uno studio condotto dalla Fondazione Leone Moressa – fornito dal confronto della struttura occupazionale dei giovani stranieri con quella dei giovani marchigiani in età compresa tra i 15 e i 30 anni nel primo semestre 2011 – sembra che i giovani lavoratori stranieri siano inquadrati con contratti più stabili rispetto ai propri coetanei italiani, ma lavorano di più e sono pagati di meno ed ecco dunque che anche i giovani stranieri sentono maggiormente il peso della crisi.
IMMIGRATI E WELFARE – Sebbene costituiscano la risposta più immediata al fenomeno definito autunno demografico che vede coinvolte anche la regione marche, gli immigrati impiegati nel settore socio assistenziale soprattutto, costituiscono una risposta importante come fattore di crescita della popolazione, di sostegno alla forza lavoro attiva, ma anche, e questo è un dato da sottolineare , soddisfano la risposta a una domanda sempre più grande di welfare.
ASSISTENZA E LAVORO DI CURA – A proposito di welfare infatti la regione marche, in linea con la media nazionale, si caratterizza per l’ alto numero di anziani sempre più e già adesso emerge il dato in cui è immigrato un lavoratore su due tra quelli impiegati sia nelle residenze assistenziali che a domicilio. Quest’ultimo dato, vale la pena sottolinearlo, dice che più che consumare welfare, come si è soliti sostenere , i lavoratori immigrati lo creano. Una recente indagine dell ‘Ocse non dice solo che i lavoratori immigrati sono e ancora più saranno necessari nel settore dell’assistenza.