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SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’Associazione Ristoratori Sambenedettesi e del Piceno in diretta nazionale; il presidente Ferdinando Ciabattoni ha infatti partecipato al collegamento della trasmissione “Estate in Diretta” effettuato venerdì pomeriggio dal porto sambenedettese per affrontare l’argomento del fermo biologico. Non è passata inosservata la storica posizione presa dall’associazione ristoratori che, per la prima volta, hanno criticato il provvedimento in quanto penalizzante per l’economia locale e inutile sotto il punto di vista biologico.

 

Così Carmen Di Stasio, l’inviata della trasmissione condotta da Marco Liorni e Barbara Capponi, ha effettuato un collegamento dalla banchina del porto peschereccio di San Benedetto dando voce ai marittimi e ai ristoratori. La marineria è stata rappresentata da Pietro e Nazzareno Ricci e Giuseppe Pallesca, l’Arisap dal presidente Ciabattoni, dal suo vice Luca Cantalamessa, da Walter Ciabò e dal direttore Massimo Pompei. Sono intervenuti anche il professor Alberto Felici dell’Università di Camerino e l’assessore alle Politiche del mare del comune di San Benedetto Fabio Urbinati.

 

“Unirci ai pescatori in questa battaglia – ha affermato ai microfoni di Rai Uno Ciabattoni – è stata cosa logica. I problemi, per quanto riguarda il settore della ristorazione, sono sia nel reperimento del prodotto ittico che nel prezzo che, inevitabilmente, si alza“. A spiegare nel dettaglio la protesta sono stati i pescatori. “È un fermo che non serve a nessuno – ha spiegato Pietro Ricci, uno dei fondatori dell’associazione Nati in Adriatico – perché viene fatto in un periodo in cui la riproduzione non avviene. Noi chiediamo di fare un nuovo tipo di fermo non in base al tempo ma in base allo spazio, evitando di pescare non tanto in un unico periodo ma in zone suddivise proprio in base alla specie che le popola e ai loro periodi di riproduzione”.

A confermare la cosa è stato il professor Alberto Felici che ha spiegato che dopo diversi anni di questo tipo di fermo pesca la situazione non ha sortito gli effetti aspettati. “La proposta che parte da San Benedetto rivoluziona completamente la figura del pescatore – spiega – che da soggetto passivo al quale vengono dati dei contributi, si trasforma in una figura che gestisce in tutto l’arco dell’anno quantità e qualità dello sforzo di pesca”. Un protesta accompagnata da una proposta concreta, dunque, che come sostiene l’assessore Fabio Urbinati potrebbe dara origine a una nuova politica del mare per offrire uno spunto per far ripartire il settore.