SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Il calcio ha significato troppo per me e continua a significare troppe cose, dopo un po’ ti si mescola in testa e non riesci più a capire”, con questa celebre frase tratta dal film “Febbre a 90°” al day after si cerca di prendere coscienza del futuro della Sambenedettese Calcio. Alla notizia del ricorso respinto dall’Alta Corte di Giustizia, dopo l’udienza svolta al Foro Italico di Roma, l’intera città è stata pervasa da un alone di sconforto e amarezza.
La Samb è stata esclusa dal calcio professionistico; dopo il limbo sul ricorso, è la volta dei dubbi sul campionato di ripartenza. Palpabile è la delusione dei tifosi, le reazione animate e animose chiudono il sipario su una storia che, oltre ad essere giocata in campo, ha vissuto di retroscena, accordi e illusioni. Il salvagente gettato da Milone, paragone che in tanti hanno utilizzato, è stato ritirato ed ora la Samb e i tifosi sono a tu per tu con un futuro incerto. L’accordo condiviso con la famiglia Milone, infatti, era vincolato alla permanenza in Lega Pro Seconda Divisione; ora si attendono le motivazione dei giudici in merito al ricorso e la formalizzazione dei ripescaggi del campionato. Spenti anche gli ultimi lumicini di speranza, nonostante la squadra abbia conquistato sul campo la Seconda Divisione, la palla passerà a chi dovrà muovere i passi per una nuova società che riparta dall’Eccellenza se tutto va bene.
È la terza volta nella storia dei suoi novant’anni che la Samb vive una sconfitta del genere, che nulla ha a che vedere con i novanta minuti sul campo di calcio. Giovedì 25 è stata una giornata triste per i tifosi più accaniti e per i simpatizzanti. Dal pomeriggio è stato tutto un andirivieni nel piazzale antistante il comune di viale De Gasperi; il momento clou è stato alle ore 21 quando il capannello di persone è diventato un corposo gruppo amareggiato. È partito un corteo pacifico più compatto e controllato rispetto a quello del 16 luglio; circa quattrocento persone si sono recate sotto l’abitazione del presidente della Samb, Roberto Pignotti, e li hanno avviato le proteste per poi tornare nuovamente in viale De Gasperi scortati da sei pattuglie di forze dell’ordine, pronte sin dal mattino ad intervenire. L’associazione Noi Samb è l’attuale concretezza: tifosi che credono nel senso d’appartenenza, nell’orgoglio per la squadra e nella sana passione.