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ASCOLI PICENO – Confcommercio Ascoli si dice preoccupata per le recenti modifiche apportate dalle banche al Tan (Tasso debitore annuo nominale), che rivedreberro i contratti tra gli istituti di credito e i tanti piccoli imprenditori locali. Modifiche unilaterali che creano un allarme credito per le innumerevoli imprese commerciali strette nella morsa della crisi.

“C’è un impegno generale, quanto meno formale, per favorire la ripresa economica e dunque quella dei consumi ma, a quanto pare, su questo obiettivo non sembrano ancora essersi orientate le banche o almeno gran parte di esse”. A parlare è il presidente della delegazione Confcommercio di Ascoli, Ugo Spalvieri, il quale è rimasto alquanto esterrefatto dall’iniziativa di alcuni istituti di credito che in questi giorni, con la solita comunicazione di modifica unilaterale del contratto, hanno informato sull’aggiornamento del Tan i tanti titolari di impresa e di affidamenti in conto corrente, modificando d’ufficio lo stesso da una media dell’11,50% a quella del 14,70%, “alla faccia – aggiunge Spalvieri – della crisi e della volontà di sostenere le attività in un tale difficile momento in cui tra l’altro non si può assolutamente fare a meno purtroppo del ricorso al credito”.

“Trimestralmente – aggiunge Spalvieri – il Ministero dell’Economia e Finanze pubblica in Gazzetta Ufficiale il proprio decreto con cui si determinano i tassi limite superati i quali si considerano usurai. Andando ad analizzare tali valori, riferibili al periodo 1° luglio–30 settembre 2013 per i crediti in conto corrente, per importi superiori a 5.000 euro, secondo il Ministero il tasso medio è del 10,16% e quello di soglia antiusura è del 16,70%. Pertanto l’applicazione unilaterale del Tan al 14,70%, oltre ad essere ben lontana dalla media, è anche ad un passo da quello della soglia antiusura. Ma come facciamo noi piccoli imprenditori a lavorare con questi costi in un momento così economicamente drammatico e come faremo soprattutto a sopravvivere?”

Sull’argomento interviene anche il direttore Giorgio Fiori dichiarando che le imprese possono sì avvalersi dell’azione calmieratrice dei tassi e dunque delle comunicazioni unilaterali spropositate, accedendo al credito tramite i Consorzi Fidi, così come fa da trent’anni Ascomfidi per il commercio ed il turismo, ma “questa intermediazione non è percorsa da tutti per cui sarebbe più auspicabile una mano sulla coscienza da parte dei banchieri, in quanto se si continua così non solo non si solleveranno le sorti dell’economia e dei consumi ma si darà il colpo di grazia a tante piccole attività che già stentano a sopravvivere”.