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ANCONA – La ricerca Cna “Freni, ricerche sociali e di marketing” mostra il decisivo crollo di fiducia da parte degli artigiani e piccoli imprenditori marchigiani, pessimisti sulle prospettive di ripresa economica e timorosi per l’allungamento della crisi oltre il 2014. I dati indicano come ci sia stata una progressiva rinuncia a investire e di conseguenza un ricorso alle misure di mobilità in misura doppia rispetto all’Emilia Romagna, all’Umbria e alla Toscana.

“Tra le quattro regioni del centro nord Emilia Romagna, Toscana, Marche e Umbria – commenta il presidente della Cna Marche Renato Picciaiola – il nostro è il territorio dove le piccole imprese sono in maggiore difficoltà, soprattutto a causa della debolezza della domanda interna e della carenza di liquidità, ma anche per l’incidenza dei costi che le imprese devono sostenere. Tutto questo compromette gli investimenti che restano al palo mentre si registra un ulteriore calo di fiducia, più che doppio rispetto agli imprenditori delle altre regioni oggetto dell’indagine”.

Veniamo ai dati. L’indagine evidenzia che negli ultimi sei mesi il 38,2 per cento delle imprese artigiane e pmi delle Marche ha fatto ricorso agli ammortizzatori sociali rispetto al 19,2 per cento della Toscana, al 17 per cento dell’Emilia Romagna ed al 10 per cento dell’Umbria. Ma quel che è peggio è che, secondo gli imprenditori marchigiani, solo il 20 per cento di questi dipendenti potrà rientrare al lavoro al termine del periodo di sospensione mentre per l’82 per cento degli imprenditori marchigiani sono scarse anche le possibilità per i giovani di trovare un lavoro entro l’anno nel sistema produttivo regionale.

Agli imprenditori è stato chiesto quali sono le cause della crisi, per sette su dieci la risposta sta nella carenza della domanda interna, seguita dal ritardato pagamento da parte dei clienti (50%) e dagli elevati costi di gestione (38%). Gli imprenditori marchigiani, rispetto ai colleghi del centro nord, sono anche quelli che lamentano le maggiori difficoltà di ottenere credito dalle banche. Per il 61,8 per cento è molto difficile accedere ai finanziamenti mentre le imprese vengono incontro agli imprenditori solo per il 2,9 per cento degli intervistati. La carenza di liquidità porta gli imprenditori marchigiani a rinunciare ad investire. Negli ultimi sei mesi lo ha fatto solo il 20,6 per cento del campione intervistato ma il 40 per cento di chi ha investito non intende rifarlo nei prossimi sei mesi. Per quanto riguarda il futuro dell’economia gli imprenditori marchigiani sono quelli che vedono più nero: per il 61,8 per cento il 2013 sarà peggiore del 2012 mentre nessuno prevede che sarà migliore.

Se passiamo dalla situazione generale a quella della propria azienda, il 41,2 per cento prevede un peggioramento rispetto all’anno scorso mentre il 14,7 per cento pensa che nel 2013 andrà meglio rispetto al 2012. I provvedimenti che aspettano artigiani e piccoli imprenditori marchigiani dal Governo per rilanciare l’economia sono diversi, la misura più richiesta è la riduzione del costo del lavoro auspicata dal 55,9 per cento mentre il 47,1 per cento chiede di non aumentare l’Iva e il 44,1 per cento si aspetta una riduzione del carico fiscale sulle imprese e il 29,4 per cento chiede di cancellare l’Irap.