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È stato scoperto infatti che il cioccolato che tanto adoriamo è frutto della schiavitù di alcuni bambini. I bambini ridotti in schiavitù sono circa 284.000. Il problema è che sono gli stessi genitori a vendere i propri piccoli per pochi centesimi. Il caso saltò fuori in seguito alla scoperta di due reporter che avevano raccontato di come in Costa D’Avorio si usassero bambini per produrre il cioccolato. Il reportage dei giornalisti dimostrò come la schiavitù e le punizioni inflitte ai bambini fossero durissime: costretti a lavorare per pochi centesimi con il timore di essere malmenati o frustati se avessero rifiutato di farlo.

I bambini erano costretti a lavorare per 13 – 14 ore al giorno in condizioni durissime e sotto gli occhi di “soldati” che controllavano l’operato. I bambini che non lavorano secondo gli standard prestabiliti erano picchiati selvaggiamente. I trafficanti di schiavi promettono biciclette e denaro ai piccoli, ma la cruda verità verrà a galla dopo qualche tempo. Per gli schiavi ci saranno pestaggi, lavoro non retribuito e rassegnazione. Il rumors generato da quello scandalo provocò non poche polemiche nel mondo intero, tanto che il congresso americano costrinse le multinazionali a dichiarare e firmare un accordo nel quale si dichiaravano disposti a non sfruttare più bambini per la produzione di cioccolato. La verità è che loro sono a conoscenza di ciò che accade nelle piantagioni e non risolveranno la situazione continuando ad importare cioccolato da quelle zone. Il “protocollo del cacao”, nome che fu data all’operazione, non produsse gli effetti sperati.